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Eccezionale innesto di cute porcina nell’ex ospedale “San Marco”

Eccezionale innesto di cute porcina nell’ex ospedale “San Marco”

E’ stato effettuato con successo su una donna affetta da oltre 20 anni da ulcere cutanee flebo statiche

GROTTAGLIE - L’innesto di cute porcina per ulcere degli arti inferiori, che colpiscono in particolare i malati di diabete o da disturbi circolatori a vene ed arterie, possono ora essere effettuati in day hospital e quindi nell’ambulatorio di Chirurgia Vascolare e Terapia delle Ulcere nell’ex Ospedale “San Marco” di Grottaglie.

E’ qui, infatti, che l’eccezionale intervento ambulatoriale è stato eseguito con successo dall’equipe del dottor Giancarlo Donnola su una donna di circa 50 anni e che da oltre 20 è affetta da ulcere cutanee flebo statiche. Le altre metodiche normalmente utilizzate, tra cui la camera iperbarica, purtroppo non avevano risolto il problema per cui si è deciso di sottoporla, in sala operatoria, all’innesto di cute porcina per coprire le ulcere di ambedue le gambe. Sin da subito ha praticamente evitato il dolore da cui era tormentata da decenni.

La pelle di maiale, utilizzata sin dagli anni ‘60, può sostituire benissimo sia l’autotrapianto che il trapianto da donazione da cadavere, in quanto il maiale è l’animale che, dal punto di vista biologico-dimensionale più somiglia all’uomo, offrendo più sicurezza dal punto di vista di alcune infezioni come ad esempio Aids e maggiore materiale utilizzabile.

Presso l'Asl di Taranto l'ambulatorio di Chirurgia Vascolare e Terapia delle Ulcere Cutanee, dedicato al trattamento di queste patologie, e diretto dal dottor Donnola, è attivo da circa 15 anni.. L'ambulatorio, con sede a Grottaglie, all'avanguardia nelle metodiche di medicazione ed operante secondo un protocollo standardizzato ha trattato centinaia di pazienti con un'ottima percentuale di successo e tempi medi, grazie all'utilizzo di metodiche innovative sia nella valutazione preliminare a scopo diagnostico, che nel materiale di medicazione, implementando una nuova visione della "gestione del dolore”. Ma se prima venivano effettuare in quello che era l'ospedale “San Marco” ora continuano nel poliambulatorio dello stesso ex ospedale.

"Le lesioni cutanee – spiega il dottor Giancarlo Donnola - sono nella grande maggioranza dei casi causate da malattie come il diabete o da disturbi circolatori (venosi e arteriosi). Le forme più comuni sono l'ulcera venosa, che interessa il 75% di quelle dell'arto inferiore; le ulcere da piede diabetico, che portano nel 15% dei casi all'amputazione; da decubito (che colpisce maggiormente gli anziani con difficoltà nella mobilizzazione); vascolare arteriosa. Tutti i pazienti portatori di un'ulcera venosa richiedono un trattamento compressivo (salvo controindicazioni specifiche), pertanto l'ambulatorio attua, prevalentemente, metodiche di bendaggio elastocompressivo multistrato, secondo modalità standardizzate”.

Le ulcere cutanee degli arti inferiori colpiscono ad oggi 2 milioni di italiani e più del 50% di essi ne soffre in maniera invalidante. Queste patologie sono inoltre al 32° posto come causa di disabilità permanente e al 14° posto tra le 50 motivazioni adottate per l'assenza al lavoro.

“La riduzione del dolore – aggiunge il dottor Donnola - rappresenta, dunque, un fattore importante essendo a volte causa di peggioramento delle attività di vita quotidiana, incidendo negativamente anche sui tempi di guarigione delle lesioni, provocando ulteriore sofferenza alla persona. Nell'ottica della continua innovazione, in pieno accordo con la Direzione Generale dell'ASL e con la collaborazione della Molnlycke che ha fornito gratuitamente il materiale, la scorsa settimana è stato praticato il primo innesto di cute porcina senza dover inviare la paziente fuori ASL e inaugurando quello che è il nuovo trend di tale ambulatorio. Tale innesto ha un costo molto moderato e comporta una notevole riduzione dei tempi e delle spese di guarigione ma, cosa ancora più importante, ha permesso alla paziente di poter dormire senza dolore”.

Il particolare intervento è stato reso possibile dopo la decisione, come sottolineato dal direttore generale dell’Asl di Taranto, Stefano Rossi, di potenziare l’ambulatorio di Grottaglie, sicuro che soddisferà le richieste dell'intera Asl. Questo si affianca anche al nuovo sistema di organizzazione sanitaria prevista dalla Regione Puglia che ha modificato la gestione dei rapporti tra Ospedali e Territorio. L'ambulatorio curerà solo le ulcere venose (che sono la maggior parte) capendo le cause per poi stilare una diagnosi e intervenire con un percorso di cura standardizzato, ma allo stesso tempo, specifico per ogni paziente curando quelle ulcere complesse non gestibili negli ambulatori di base anche con tecniche chirurgiche come gli innesti cutanei, i debridment ad ultrasuoni e l'integrazione con il centro di medicina iperbarica dell’Ospedale Militare.

Tale ambulatorio, potrà essere il fulcro del piano d'integrazione Ospedale-Territorio in fase di realizzazione e centro di formazione non solo di personale sanitario ma anche, e soprattutto, di formatori come succederà nel mese di novembre durante il corso organizzato dall’ASL o quando verrà organizzato l'Ulcer-day per la visita gratuita a scopo preventivo dei pazienti affetti da ulcere cutanee.

Tra gli obiettivi del nuovo ambulatorio c'è anche una parte economica, perché si punterà alla riduzione dei tempi di guarigione e senza rischiare di incombere nella stessa patologia: una sorta di prevenzione e di ottimizzazione della terapia che farà risparmiare rispetto ai costi della cura vera e propria e diminuirà i costi da trattamenti fuori Asl attirando, al contrario, i pazienti delle ASL limitrofe.


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