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Premiati i tre falò più belli realizzati per San Giuseppe

Premiati i tre falò più belli realizzati per San Giuseppe

Il vincitore ha curato l’allestimento anche di altarino votivo e mostra fotografica

MOTTOLA - Il falò più bello per i festeggiamenti di San Giuseppe è stato realizzato da Gabriele Totaro. E’ lui ad aver vinto il concorso dell’edizione 2017. Allestito in via Palagianello-angolo via Carducci, è stato premiato per l’accurato allestimento dell’altarino votivo-devozionale, per l’apparato floreale, le candele votive, le antiche tovaglie, l’attenzione dedicata all’accoglienza.

La commissione, composta dal maestro Pasquale Lentini (presidente), Pino Antonacci (presidente Pro Loco), dallo storico Vito Fumarola, da Antonietta Tamborrino, insegnante dell’I.C. “S.G. Bosco”, da Lorenzo Chiulli e Mario Spaltro del Comitato Festa, ne ha anche apprezzato il ricco e documentato corredo fotografico, che ha posto in risalto il dolore legato al sisma delle zone del centro Italia.

Non a caso, quest’anno, con il concorso dei falò, su proposta della locale Pro Loco, si è voluto aderire all’iniziativa “La Notte dei Falò”, promossa dall’associazione “Urbieterre” di Cisternino: “Un piccolo segno – ha detto Antonacci presidente della Pro Loco – una meditazione, una preghiera ideale, per essere vicini ai popoli martoriati dal terremoto”.

Secondo classificato, il falò di Attilio Pontassuglia; terzo, quello realizzato dagli Scout. La premiazione, si è tenuta la sera del 20 marzo, nella parrocchia di San Giuseppe. E’ stata l’occasione, per padre Domenico Kyriakos Cantore, per ringraziare i fedeli, il Canzoniere Mottolese per l’animazione, l’intero Comitato Festa per il lavoro svolto: Mimmo Zaccaria, Ciro Nigro, Lorenzo Chiulli, Mario Spaltro, Pietro Rella, Giovanni Gentile e Giovanni Gravina, cui si aggiunge la collaborazione della Pro Loco e dell’associazione Nativity.

“Una gran bella festa” ha detto padre Domenico, alla quale ha partecipato pure il vescovo, monsignor Claudio Maniago, nel celebrare la messa serale del 19 marzo, di tutte le confraternite in processione e l’allestimento di alcune mostre sull’artigianato, a cura di Pinuccia De Crescenzo, Giovanni Gnettoli e della famiglia Giannini, in ricordo dell’artista pluripremiato Martino Giannini: il figlio Fabio ha voluto donarne al vescovo una scultura in legno.

Infine, l’intervento del maestro Lentini, a ricordare come “la tradizione dei falò sia di origine greco–romana. Era una festa pagana, organizzata in onore del dio Pale, in aprile. Poi, nella tradizione cristiana fu anticipata a marzo, vista la ricorrenza di San Giuseppe. Era la festa dei pastori con significato propiziatorio ed, in tale occasione, si bruciavano i rami di ulivo (i cosiddetti stromb). Sul fuoco bisognava saltare almeno tre volte”.


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