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L’antica pratica della transumanza è patrimonio dell’Umanità

  • In FOGGIA
  • ven 13 Dicembre 2019
L’antica pratica della transumanza è patrimonio dell’Umanità

Lo ha deciso l’Unesco, ne dà notizia Coldiretti con la famiglia pugliese Colantuono

FOGGIA - La transumanza, l’antica ma sempre attuale migrazione stagionale delle greggi e delle mandrie accompagnate dai pastori che si spostano con l’aiuto di cani e cavalli, è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità dal Comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a Bogotà (Colombia). A darne notizia è Coldiretti Puglia che definisce l’importante riconoscimento come “una grande opportunità di tutela e promozione dell’antica pratica ancora viva sul Gargano”.

Greggi e mandrie si spostano dalla pianura alla montagna, percorrendo le vie semi-naturali dei tratturi, con viaggi che durano giorni e soste in luoghi prestabiliti, noti come "stazioni di posta". In provincia di Foggia ci sono diverse famiglie dedite all'allevamento di bestiame che da generazioni fanno questo, tra loro la storia dei Colantuono che, ricorda Coldiretti Puglia, da cinque generazioni si spostano i loro animali dalla Puglia in Molise. Tradizione ed emozioni centenarie, narrate da Carmelina, una donna forte e appassionata che tratta come familiari le sue mucche di razza podolica e marchigiana. La transumanza risale al 1800, parte dalla Puglia per arrivare in Molise, con una mandria di 300 mucche che camminano lente senza sosta da San Marco in Lamis (Foggia) fino a raggiungere Frosolone (Isernia), attraversando 2 regioni, 3 province e 20 comuni per raggiungere gli alpeggi molisani.

Si effettua nel mese di maggio, quando gli animali iniziando ad avvertire il caldo e hanno necessità di temperature più fresche, si ritorna poi a fine settembre inizi di ottobre. “Sarebbero capaci di muoversi autonomamente - spiega Carmelina Colantuono - Inizia il nostro viaggio di 4 giorni con 3 soste per riposare a San Paolo Civitate, Santa Croce di Magliano, Ripalimosani e Frosolone. Restano a casa solo gli animali più piccoli, perché non ce la farebbero. La transumanza si snoda attraverso i vecchi tratturi de L’Aquila-Foggia, il famoso ‘tratturo del re’, incrociato a San Paolo di Civitate, del Celano-Foggia e del Lucera-Castel di Sangro, con tratturelli e bracci tratturali da raccordo e tratti di strade statali, provinciali e comunali”. Per questo il camminamento è scortato dalla Polizia stradale preallertata, perché la mandria invade le strade, ricreando scenari da amarcord.

“Il percorso è segnato dalle mucche più anziane che con i grandi campanacci guidano l’intera mandria. I nostri animali – continua Carmelina Colantuono - sono abituati a vivere allo stato brado e la transumanza produce benefici non da poco. E’ un appuntamento che aspettano ce ne accorgiamo, vivono liberamente secondo le stagioni e secondo i ritmi della natura, non hanno alcun problema a camminare, brucano erbe spontanee che riconoscono lungo il cammino”.

Il riconoscimento dell’Unesco è importante in quanto, commenta il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia: “afferma il valore sociale, economico, storico e ambientale della pastorizia e della transumanza in un momento di difficoltà per gli allevamenti ed il settore zootecnico. Un mestiere ricco di tradizione, ma molto duro con gli allevatori che accompagnano per lunghi percorsi tra gli antichi tratturi le mandrie che beneficiano di clima, alimentazione e uno ‘stile di vita’ tornato alle origini”.

La candidatura è stata fatta dal Governo italiano nei mesi scorsi, ora è giunta finalmente la decisione definitiva del Comitato intergovernativo. Si tratta di un valore aggiunto e una gratificazione al duro lavoro degli allevatori che accompagnano per lunghi percorsi le mandrie in condizioni non facili per gli uomini e le donne. Tra l’altro non mancano, in alcune zone della Puglia, eventi organizzati come richiamo turistico per far conoscere questa usanza antica che, dopo oltre due secoli, continua a mantenere quasi le stesse caratteristiche di una volta quando la transumanza era più diffusa ed i pastori erano disposti ad accompagnare anche a piedi i loro animali.


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