SELECT * FROM conf_articoli WHERE non_visualizzare=0 and id=7245 ORDER BY ordine DESC, id DESC

La rinascita dei trabucchi per il futuro dei giovani

  • In FOGGIA
  • lun 02 Luglio 2018
La rinascita dei trabucchi per il futuro dei giovani

Sono già 3 le ingegnose macchine da pesca sul Gargano restaurate da anziani trabuccolanti con aspiranti tali

VIESTE - Il cuore della Puglia palpita grazie ad idee innovative legate e radicate nella tradizione, al turismo ed all’economia, ma soprattutto batte e forte, grazie alla speranza ed all’inscindibile legame dei pugliesi con la terra natìa. Un esempio viene da Vieste, dove intraprendenti giovani e meno giovani, nel 2012 hanno dato vita ad un’associazione finalizzata al restauro ed al recupero funzionale del trabucco, una ingegnosa e mastodontica macchina da pesca risalente tra la fine dell’800 ed i primi del ‘900.

“Siamo tutti trabuccolanti – racconta a Puglia positiva e con giusta e meritata fierezza, il 36enne ingegnere edile Matteo Silvestri, presidente dell’associazione onlus “La Rinascita dei Trabucchi Storici” - Questo antico mestiere si tramandava di generazione in generazione. Poi all’improvviso tutto si è interrotto poiché non rendeva più economicamente. Noi lo abbiamo ripreso, iniziando proprio dal restauro dei trabucchi”. E della antica economia ne hanno fatto una nuova ed innovativa.

I soci sono cinque, tre di Vieste e due di Foggia, oltre al presidente Silvestri, c’è la sorella Antonella Silvestri e Giovanni Spalato, tutti viestini, mentre foggiani sono Saverio Sellenga ed Angelo Somaro. Ideatore dell’iniziativa è stato Spalato, primo presidente dell’associazione e attuale vicepresidente, nonché trabuccolante anziano che insegna con altri ‘colleghi’ esperti le tecniche di restauro, manutenzione e pesca agli aspiranti trabuccolanti, in tutto una squadra di più di 10 persone. Il mestiere del trabuccolante va infatti oltre quello di pescatore, è soprattutto dettato dall’amore per la tradizione, per la famiglia, per la fatica e per il mare e la terra insieme. Valori questi che non sono affatto persi come qualcuno pensa, ma seppur rari sono ancora vivi e forti in Puglia.

“Ogni trabuccolante oggi come allora – aggiunge Silvestri – deve saper riparare ogni parte del trabucco, riconoscere eventuali problematiche e saper intervenire subito per evitare un possibile peggioramento e deterioramento della struttura che, sebbene macchinosa ed ingegneristica, è realizzata in maniera tale che ogni più piccola parte dipende da un’altra. Tutto è bilanciato in maniera sinergica, per cui se non si monitora giornalmente e non si interviene immediatamente c’è davvero il rischio che un forte vento o una mareggiata possano buttare letteralmente a terra l’intera costruzione e renderla irrecuperabile”.

I trabucchi, detti anche "Giganti del Mare" restaurati ad oggi, da questi intraprendenti pugliesi, sono già tre: quello di Molinella di circa 122 anni, quello di Punta Lunga, due anni più grande, ed il più anziano quello di San Lorenzo di recente riavviato alla sua ‘vecchia’ attività, di 126 anni, ed anche il più malridotto e che è tornato a nuova vita.

Questi giganti del mare una volta erano realizzati con pino marino, di cui il Gargano era ricco, ora sono restaurati in gran parte con abete trattato in autoclavi per una maggior durata alle intemperie ed a leggi fisiche di bilanciamento su cui l’intera struttura si basa, sono alti, massimo una quarantina di metri. L’altezza varia a seconda della conformazione rocciosa su cui viene eretto e se la palafitta può variare tra un minimo di 5-8 metri, e comprende pali lunghi dai 16 i 25 metri, a questa bisogna aggiungere quella delle antenne che varia dai 28 ai 32 metri, a quelle degli alberi che sono sempre 1/3 delle antenne per una questione di bilanciamento strutturale, mentre il ponte, la parte calpestabile, è di circa 14-15 metri quadrati di grandezza. Tutto questo deve reggere il peso della rete vuota che non è mai inferiore a 400 mq e massimo 500-600 mq, ma soprattutto piena di quintali di pesce. Venivano eretti in prossimità dello sbocco di un fiume spesso sotterraneo per poter catturare banchi di pesce, soprattutto spigole, cefali ed orate, presenti in questa zona, che dal mare si spostavano, seguendo delle precise correnti, nei laghi salmastri di Lesina e Varano, per riprodursi.

I tre trabucchi restaurati, al contrario di quanto avviene su altri in altre zone della Puglia e più a Nord della nostra regione, vengono restaurati allo scopo di poter “mantenere la tradizione e quindi di mantenere sempre la funzione per cui sono stati costruiti oltre 100 anni addietro” specifica Silvestri, ricordando un articolo dello Statuto costitutivo dell’associazione. Per questo l’associazione organizza, per tutto l’anno, “attività di pesca dimostrativa in cui i turisti o le scolaresche o gruppi di visitatori partecipano attivamente ad una battuta di pesca. A loro viene spiegato il funzionamento di ogni parte del trabucco per poi passare all’azione e quindi gettare la rete in acqua e poi, a forza di braccia e carrucole, ritirarla su con il pescato che nella maggior parte dei casi viene rigettato in mare per salvaguardare le specie”.

Per il trabucco di San Lorenzo si è però pensato anche ad un’altra attività che sta riscuotendo grande successo e curiosità: yoga all’aperto con le lezioni tenute da Mariarosaria Ciccomascolo, tra cui la più recente risale alla Giornata internazionale dello yoga svolta sul ponte sospeso tra la scogliera, il mare ed il cielo, per emozioni indescrivibili a contatto con una parte della incantevole natura pugliese. Ma le idee ed i progetti dei soci de “La Rinascita dei Trabucchi Storici” non terminano qui. Se in passato sono state organizzate gite anche con scuole, percorsi di trekking come quello “trabucchi e orchidee”, dal mare al Gargano, ora c’è anche l’accademia dei mastri per formare nuova mano d’opera a cui chiunque può partecipare. Terminato il restauro di San Lorenzo già si progetta quello del Faro, chiamato così perché di fronte al Faro di Sant’Eufemia, di 132 anni, il più anziano in assoluto tra i trabucchi ‘mappati’ a Vieste, ed i cui lavori dovrebbero partire il prossimo anno, annuncia Silvestri.

Le varie attività, è giusto saperlo, non servono solo a tramandare e far conoscere il mestiere dei trabuccolanti, ma anche a sovvenzionare il mantenimento dei trabucchi ed il restauro di quelli futuri per i quali si attendono i finanziamenti della Regione Puglia previsti in una legge regionale appositamente approvata e che riconosce e tutela le ingegnose macchine da pesca come beni storici.

Chiunque abbia voglia di conoscere questa squadra davvero operosa, desideri partecipare ad una delle attività programmate o aspiri a diventare trabuccolante può contattare l’associazione sul sito Trabucchi del Gargano dove è possibile apprendere ulteriori notizie e prenotarsi per visite e dimostrazioni attive.

L’idea è davvero singolare ed andava raccontata. L’augurio è non solo quello che possa continuare a lungo per continuare a salvaguardare una parte di storia popolare della Puglia, ma nel contempo ispirare altri giovani a recuperare tradizioni e farne un mestiere.

Anna Caiati

Altri articoli interessanti
Pronto per essere inaugurato il terzo trabucco del Gargano


Articoli più letti