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A Castel del Monte una delle esposizioni della mostra su Federico II

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  • mar 05 Giugno 2018
A Castel del Monte una delle esposizioni della mostra su Federico II
Dipinto "Falco e vestito" di Pizzi Cannella

Le altre nei Castelli di Bari e Trani, per presentare l’arte venatoria ed il trattato scritto dall’imperatore

ANDRIA - Una mostra dedicata a Federico II e all’arte venatoria, sarà allestita all’interno di tre castelli: Castel del Monte ad Andria, Castello Svevo di Bari e Castello Svevo di Trani, per promuovere il leggendario scritto federiciano e la sua attualità attraverso dipinti, fotografie e video. Il tutto sarà accompagnato anche da musiche scelte da Riccardo Muti, con scenografia e illustrazioni di Pizzi Cannella, apparati scientifici e traduzione di Anna Laura Trombetti Budriesi, consulenza scientifica e foto di Ortensio Zecchino.

Il titolo scelto è “Il potere dell’armonia. Federico II e il De Arte venandi cum avibus” per una esposizione, nata da un’idea di Lorenzo Zichichi e Tommaso Morciano, articolata in tre diverse sedi ed è realizzata da “Il Cigno GG Edizioni” e “Novapulia”, in collaborazione con l’Università degli Studi di Bologna “Alma Mater Studiorum” e il Centro Studi Normanno-Svevo.

I tre castelli pugliesi scelti hanno come comune denominatore la figura di Federico II, mitica nella storia della Puglia, tutti afferenti al Polo museale della Puglia. “Questa mostra, con la sua tematica artistica e scientifica del trattato dell'arte venatoria, permette ai tre siti di fare sistema, rinnovando ad ogni tappa l'interesse per il contenitore, per il tema e per la cultura federiciana in Puglia”, dichiara Mariastella Margozzi, direttrice del Polo Museale della Puglia.

Un’iniziativa di straordinario spessore culturale che vuol far conoscere al grande pubblico l’opera di Federico II e la sua attualità. Il “De Arte venandi cum avibus” è un trattato di circa 600 pagine scritto dal più potente e illustre sovrano dell’Europa Occidentale del XIII secolo. Denota la grande attenzione per la cultura e il sapere da parte di Federico II e di tutta la sua corte. Il trattato non ha avuto la fortuna che meritava, in parte per la ‘damnatio memoriae’ che colpì il casato svevo dopo l’aggressione angioina, in parte per la mole stessa del testo, che anticipava di secoli l’osservazione e lo studio del comportamento degli animali, rimanendo insuperato, per molti aspetti, fino a Konrad Lorenz (1903-1989), fondatore dell’etologia.

“Il sovrano svevo – afferma Ortensio Zecchino, curatore della mostra e autore delle fotografie in esposizione che attualizzano il Trattato - amava andare coi suoi falchi nella splendida natura del Tavoliere e della Murgia, e i tre castelli in cui si svolge la mostra sono tre luoghi di straordinaria memoria federiciana”. Nell’iniziativa sono stati coinvolti, ognuno per l’eccellenza che rappresenta nel proprio campo, quattro personalità di primissimo piano. Il maestro Riccardo Muti, originario dei luoghi dove si erge Castel del Monte, ha scelto le musiche per accompagnare il visitatore nella visione e nella lettura del Trattato. Ortensio Zecchino, presidente dell’Enciclopedia Fridericiana della Treccani, oltre ad aver svolto in questa mostra la duplice veste di consulente scientifico del percorso e di autore delle fotografie che attualizzano il Trattato, ha realizzato buona parte degli scatti proprio nei luoghi in cui Federico II era uso andare a caccia. Anna Laura Trombetti Budriesi, ordinaria di Storia medievale all’Università di Bologna e massima specialista del Trattato, avendone curato l’edizione critica e la prima traduzione completa in italiano, ha realizzato l’apparato scientifico su cui si snoda la mostra (gli allestimenti e i prodotti multimediali sono progettati e realizzati dall’architetto Elena Giangiulio della “Syremont Spa”, coadiuvata dalla direzione artistica de Il Cigno). Piero Pizzi Cannella, fondatore della Nuova Scuola Romana e uno dei maggiori esponenti dell’arte figurativa (si è appena conclusa la sua mostra nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo), ha dipinto le pagine del manoscritto e una monumentale scenografia (allestita a Castel del Monte), oltre ad esporre le “opere veggenti”, ossia quelle tele che mantengono viva la tradizione federiciana anche nella pittura contemporanea.

Il visitatore potrà visionare la nuova edizione in italiano del Trattato federiciano. Ci si potrà immergere nella vita e nelle passioni di Federico II, usufruendo di un originale percorso iconografico che alterna miniature medievali a fotografie e dipinti, nell’ambito di un’esperienza accompagnata dalla musica. Il trattato fridericiano è frutto non solo di studi approfonditi (comprensivi della traduzione in latino di importanti trattati arabi sulla falconeria), ma anche di una di una lunga e appassionata pratica diretta. L’elevazione di Foggia a ‘città imperiale’ e la Puglia a terra prediletta – notorio il suo appellativo di Puer Apuliae – è dovuta al fatto che quella regione offriva habitat ineguagliabili per le prede, soprattutto animali acquatici, e falchi. La falconeria, la caccia coi rapaci, dunque, non fu solo passatempo di alto livello, ma un'attività altamente formativa, che conferma la nobiltà di chi la insegna ed esalta quella di chi la apprende.

La mostra si articola in tre tappe: Castel del Monte accoglierà il visitatore e lo proietterà nel Trattato federiciano privilegiando le pitture di Pizzi Cannella; a Bari sarà fruibile la straordinaria campagna fotografica condotta da Ortensio Zecchino, in buona parte nella Murgia e nel Tavoliere; Trani privilegerà la multimedialità, con i video che consentiranno di passare dalle pagine originali del Trattato alla traduzione e lettura delle pagine del Trattato. Saranno presentate anche le traduzioni del Trattato in arabo (per la prima volta in forma integrale) e in italiano.

Le cerimonie di inaugurazione si terranno domani, 6 giugno, alle ore 19 a Castel del Monte, il 13 giugno al Castello Svevo di Bari ed il 18 giugno in quello di Trani alle ore 17.30.


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