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Tumore colon-retto: trovato il gene che blocca la chemioterapia

Tumore colon-retto: trovato il gene che blocca la chemioterapia
Da sinistra i dottori Fabrizio Bianchi, Tommaso Colangelo e Gianluigi Mazzoccoli

Ricercatori dell’Irccs Casa Sollievo hanno effettuato uno studio sulla funzione biologica della Timelesse

SAN GIOVANNI ROTONDO - Quando il gene circadiano della proteina Timeless perde le sue funzioni, le cellule diventano resistenti alla chemioterapia contro il tumore al colon-retto ed è più facile che si sviluppano metastasi. E’ l’importante conclusione a cui sono giunti i ricercatori delle Unità di Oncologia Biomarkers e Cronobiologia dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza, a San Giovanni Rotondo, pubblicato sulla prestigiosa rivista del gruppo Nature “Cell Death and Differentiation” (“Morte cellulare e differenziamento).

L’Unità di Oncologia Biomarkers si occupa di identificare meccanismi molecolari importanti per lo sviluppo e progressione delle neoplasie al fine di sviluppare nuovi biomarcatori per migliorare la diagnosi precoce e l’identificazione di terapie mirate anti-tumorali. Quanto scoperto rappresenta un passo in avanti nella maggiore comprensione di quei meccanismi biologici che regolano la progressione della malattia del cancro del colon-retto. Di fatto apre le porte a nuove terapie sempre più efficaci per la cura dei pazienti. In particolare i dottori Tommaso Colangelo, prima firma dello studio e biologo dell’Unità di Oncologia Biomarkers, Fabrizio Bianchi, biologo e responsabile dell’Unità di Oncologia Biomarkers, e Gianluigi Mazzoccoli, medico internista impegnato da anni nello studio della cronobiologia, hanno concentrato l’attenzione sulla nota alterazione delle oscillazioni ritmiche (con periodicità di 24 ore) dei processi cellulari e delle funzioni fisiologiche (definita circadiana e regolata da un complesso sistema di temporizzazione interno all’organismo e da orologi molecolari all’interno delle singole cellule) che favorisce l’insorgenza di malattie neoplastiche, dismetaboliche, infiammatorie e degenerative.

«La proteina circadiana Timeless oggetto di questo studio – spiega il dottor Mazzoccoli – è un componente fondamentale dell’orologio biologico conservato nel corso dell’evoluzione nella maggior parte degli esseri viventi. Essa fornisce un “ponte molecolare” tra i sistemi di regolazione della ritmicità circadiana e della proliferazione delle cellule umane. Timeless ha un ruolo cruciale per la replicazione del Dna ed è essenziale per ripararne i danni».

Studiando i comportamenti della proteina sono riusciti a dimostrare che «Timeless è molto importante nel mantenere “l’identità” delle cellule epiteliali nel colon-retto e che la perdita della sua funzione biologica innesca un meccanismo fino ad oggi sconosciuto - aggiunge Bianchi - provocando un cambiamento dell’identità di queste cellule che diventano simili alle cellule staminali».

Purtroppo le cellule staminali del cancro «sono molto più resistenti alla chemioterapia e più abili a sviluppare metastasi – dichiara Colangelo – E questo spiega come mai i tumori del colon-retto con una bassa espressione della proteina Timeless sono associati a prognosi sfavorevole».

Ora sarà possibile attivare nuove linee di ricerca per capire se la riattivazione della funzione della proteina Timeless possa rappresentare una strategia terapeutica efficace per i pazienti con tumore del colon-retto.

Allo studio hanno partecipato anche altri ricercatori dell’Unità di Oncologia Biomarkers: il biologo Francesco Mazzarelli, il biotecnologo Roberto Cuttano e la biostatistica Elisa Dama. Le ricerche sono finanziate dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), dal Ministero della Salute, dalla Fondazione Umberto Veronesi e dalla Fondazione Pezcoller.


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