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Quasi 23mila visitatori nei sei Musei di Nardò

  • In LECCE
  • mer 12 Febbraio 2020
Quasi 23mila visitatori nei sei Musei di Nardò
NARDO' Museo della Preistoria

Bilancio positivo tra stranieri e scolaresche in visita nei luoghi custodi della cultura storica del Salento

NARDO' - Il sistema museale di Nardò ha chiuso il 2019 con un bilancio più che positivo in riferimento al numero di visitatori. Le presenze nei sei musei della città salentina sono state 22mila 932 pari a un +15% rispetto al precedente anno, a conferma che il ‘sistema’ è collaudato e rappresenta ormai la ‘vetrina’ grazie alla quale Nardò espone la storia, la cultura e le sue peculiarità per farsi scoprire e conoscere.

Entrando più nel dettaglio dei dati di bilancio, il primo posto per numero di visitatori spetta all’Acquario del Salento di Santa Maria al Bagno ha registrato invece 7.564 ingressi, anche in questo caso in prevalenza gruppi e scolaresche (55%) e famiglie con bambini. Un attrattore che cresce in qualità e innovazione, come dimostra l’assegnazione nel 2018 e nel 2019 del Certificato di Eccellenza di Tripadvisor. L’Acquario, gestito dalla cooperativa Fluxus, ospita pesci, crostacei, molluschi, echinodermi e molte altre forme di vita marina tipica delle acque del Salento. Offre di fatto un viaggio’ alla scoperta dei colori e delle meraviglie delle profondità del mare del Salento, non da tutti raggiungibile.

Al secondo posto, con numeri molto soddisfacenti, il Museo della Civiltà Contadina e delle Tradizioni Popolari ospitato nel Castello, che nel 2019 è stato visitato da circa 6.500 persone, con un picco nei mesi estivi e nelle settimane antecedenti e successive alla Cavalcata Storica. Il museo, gestito dall’associazione “Amici del Museo di Porta Falsa”, si suddivide in cinque sezioni: una dedicata all’attività contadina, una alle arti e ai mestieri, una alla vita domestica, una alle tradizioni popolari e una alla Nardò “sparita”. il Museo della Memoria di Santa Maria al Bagno (che nel mese di ottobre ha conosciuto un avvicendamento nella gestione) è stato visitato lo scorso anno da 4.415 persone, soprattutto gruppi e scolaresche (circa il 60%) e coppie over 50 provenienti da Stati Uniti, Israele, Australia, Inghilterra e Germania. Il Museo, gestito dalla cooperativa Reset, raccoglie le testimonianze di migliaia di profughi ebrei che tra il 1943 e il 1947 trovarono ospitalità nel territorio di Nardò. Al suo interno sono custoditi i murales realizzati da Zivi Miller, l’unica testimonianza di tipo grafico esistente in Europa dell’Aliyah Bet, il viaggio che dopo la guerra condusse i sopravvissuti ebrei nella Terra Promessa.

Il Museo della Preistoria (chiostro di Sant’Antonio) ha raggiunto una quota di presenze pari a 3.569 visitatori, anche in questo caso con tante scolaresche e gruppi italiani provenienti dalle regioni del Sud Italia. I visitatori stranieri arrivano principalmente da Stati Uniti, Inghilterra, Francia e Germania. Il Museo, gestito dalla cooperativa Nomos, espone reperti provenienti dalle ricerche archeologiche condotte dagli anni Sessanta in poi lungo il litorale di Portoselvaggio, un contesto unico per la ricchezza dei paesaggi e delle testimonianze preistoriche (dagli ambienti cretacei di 75 milioni di anni fa alle frequentazioni in grotta del Paleolitico, fino al sito neolitico di Serra Cicora e alle fortificazioni dell’Età del Bronzo).

L’altro attrattore del Castello, il Museo della Città e del Territorio, ha chiuso il 2019 con 490 presenze, provenienti soprattutto dall’Italia (84%). Si tratta di una meta molto gradita da gruppi organizzati, famiglie e giovani. Il Museo, gestito da Archeoclub Terra d’Arneo, è sede di un percorso sulla storia di Nardò dal periodo romano sino all’età contemporanea attraverso quattro sale allestite con pannelli descrittivi, reperti, dipinti e statue, tutti di proprietà del Comune.

Parziale, infine, il dato che riguarda il Museo del Mare Antico di via Marinai d’Italia che, affidato in gestione all’associazione The Monuments People lo scorso agosto, ha visto 394 ingressi (in prevalenza italiani). Il museo ospita importanti reperti di età romana provenienti da indagini archeologiche effettuate nel mare e lungo la costa neretina. Inizialmente concepito per accogliere i resti della nave romana di S. Caterina, ha poi risposto a un progetto più ampio, che si articola in un programma di ricerche di archeologia dei paesaggi marittimi, con scavi e prospezioni a terra e a mare, finalizzato a ricostruire le dinamiche di evoluzione e di popolamento della costa nei secoli, così come le rotte e i circuiti commerciali che la toccavano.

In totale, dunque, quasi 23 mila visitatori, un dato molto confortante considerando che al termine del 2018 i visitatori della rete museale neretina erano stati più di 20 mila.

“Un altro passo in avanti - commenta con soddisfazione l’assessore con delega ai Musei Mino Natalizio - in termini di visitatori e di visibilità, ma siamo convinti che il percorso di crescita della nostra rete museale possa continuare. Una cosa è certa, la scelta strategica fatta dall’amministrazione a favore dei musei e degli attrattori della città è stata vincente, perché ha coniugato contenuti a servizi e a una gestione manageriale. La rete è una delle cose più belle della nostra offerta culturale”.

Si tratta di cifre non consuete per una città delle dimensioni di Nardò, come afferma l’assessore al Turismo Giulia Puglia che aggiunge: “oltre alla valenza scientifica e culturale, è importante sottolineare che la rete museale è una manna per il comparto turistico. Non credo sia casuale, del resto, la crescita costante delle presenze in città e quella, altrettanto costante, dei visitatori dei musei”.


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