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Nove lettere per nove maschere pugliesi

  • In BARI
  • ven 07 Febbraio 2020
Nove lettere per nove maschere pugliesi

E’ la nuova campagna lanciata da Pugliapromozione per il turismo nella nostra regione

BARI - Nove lettere compongono la parola che solo a pronunciarla già mette allegria: Carnevale. Lettere che diventano simboli delle maschere pugliesi in cartapesta per il nuovo claim della Puglia con la campagna di Pugliapromozione. Piccole sculture realizzate con pennelli, colori, strumenti e fantasia di un cartapestaio, che ha dato vita alla parola Carnevale raffigurando alcune maschere pugliesi. Dove le maschere non sono solo vestiti colorati ma storia, tradizioni e personaggi. Il tutto è raccontato in un video in cui un maestro, tra ricordi, vissuti e autenticità, modella cartapesta e dipinge emozioni.

Nel lancio dei festeggiamenti del Carnevale che in Puglia anima il mese di febbraio tra tradizioni antiche, maschere e carri allegorici, il maestro della cartapesta tra un po’ di storia e ‘segreti’ su come si realizza la cartapesta, mostra nella sua bottega alcuni momenti delle fasi della realizzazione lettera dopo lettera. Tra le piccole opere colorate c’è Farinella (l’ultima lettera, la E), simbolo dei Carnevali di Puglia ma tipica del Carnevale di Putignano, la festa mascherata più antica d’Italia con i suoi enormi carri allegorici, una maschera tradizionale che al tempo stesso rappresenta anche un piatto tipico della gastronomia locale.

Si sono poi U’ Panzone (lettera C), la maschera tradizionale del Carnevale di Corato (ce ne sono altre due, U Scerìff e la Vecchjaredde), 
simbolo di falsa generosità e prepotente ostentazione di ricchezza. Una maschera nata nell’800. Lu Titoru (prima A), tipica del carnevale di Gallipoli, è un ex militare che ama confondersi tra i giganti di cartapesta e la gente comune durante il corso mascherato; secondo la tradizione tornato dal militare, morì soffocato, preso dalla foga di poter mangiare di nuovo il suo piatto preferito. Don Pancrazio Cucuzziello (lettera R) è tipico di Bisceglie, un ricco e avaro proprietario terriero, corteggiatore di giovani donne. La sua origine risale al ‘600 ma trova fama nell’800 nella Commedia dell’arte napoletana e persino francese.

Due le maschere di Massafra sono: Lu Pagghiuse (lettera N), un contadino in abiti tipici, con bisaccia e cupa cupa e Gibergallo (lettera V), un simpatico pagliaccio in frac, con gallo al guinzaglio,
 che ha origine da Gilberto Gallo, un cittadino massafrese che ogni anno, amava mascherarsi. Il Carnevale di Massafra è caratterizzato da sfilate con colorate e allegre coreografie fatte da gruppi folkloristici e gente del luogo.

Ze’ Peppe (lettera E) invece è il simbolo del Carnevale di Manfredonia, con la sua bellissima sfilata delle meraviglie: un allegro campagnolo che, esagerando con i festeggiamenti in paese, si ammala e muore l’ultimo giorno del Carnevale. Ancora dalla tradizione salentina Lu Sciacuddhuzzi (seconda A),tipico del carnevale di Aradeo, un piccolo uomo simile ad uno gnomo che durante la notte si diverte
 a fare scherzi e dispetti a grandi e piccini. U’ Monache Cercande (lettera L) è invece una maschera tipica a Foggia (la seconda è la Pacchiana) e richiama la figura di un frate che chiedeva la questua tra le vie di Borgo Croci, lo storico quartiere della città in cui originariamente si festeggiava il Carnevale.

La campagna è online, sui canali social "WeAreinPuglia" e negli aeroporti di Bari e Brindisi ad arrivi e partenze: nove lettere che compongono la scritta colorata, Carnevale, con l’accenno a nove diverse maschere della tradizione carnevalesca pugliese. Tanti gli appuntamenti tra sfilate, feste ed eventi, che si susseguiranno in ognuna, ma pure in altre, delle città pugliesi indicate. Ognuna da vedere e da vivere in allegria.


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