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Dalla Repubblica Dominicana per aiutare le persone fragili della città

Dalla Repubblica Dominicana per aiutare le persone fragili della città

La storia di una immigrata integratasi con il terzo settore

TARANTO - E’ tarantina ormai da quasi 30 anni, quando nel 1992 arrivò nella città dei due Mari, dalla Repubblica Dominicana, per visitare la mamma che viveva in Italia. Da allora, dopo aver conosciuto il compagno della sua vita e padre della sua bambina, il suo cuore è diventato tarantino. Clarisa Francisco è la testimone vivente che l’integrazione è possibile con e nel terzo settore. Non solo si è integrata al punto da sapere preparare le pietanze locali e capire il dialetto, sebbene solo qualche parola, ma con il suo attuale lavoro aiuto alcune delle persone più bisognose della città.

Nata nel 1968 nella Repubblica Dominicana, dove è cresciuta e si è formata e ha studiato all’università “Administration de Impresa”. A Taranto è arrivata il 25 dicembre 1992 per riabbracciare la madre. Non sapeva che da quello stesso giorno sarebbe cambiata la sua vita. Nel giorno di Natale di 28 anni fa il suo cuore si è colmato non solo degli abbracci e dell’affetto della mamma che non vedeva da tempo ma soprattutto per la svolta sentimentale della sua vita poiché in quello stesso giorno ha conosciuto Nicola.

Per i due è stato il classico colpo di fulmine. «È stato un regalo di Natale: ci siamo incontrati e mai più lasciati – racconta Clarisa – e, finite le mie vacanze, lui è venuto con me a Santo Domingo dove, ormai sposi, siamo rimasti per 6 anni facendo nascere la nostra bambina».

Poi nel 1998 la coppia si è trasferita a Taranto. Clarisa aveva in valigia un carico di ferrea volontà e di speranza, tanta fede nella divina provvidenza e la ferma determinazione a costruire una famiglia.

A Taranto inizia la ‘gavetta’ tra tanti lavori, tra cui banconista in un supermercato e aiuto cuoco in un ristorante, poi nel 1999 la svolta: entra come volontaria in una cooperativa sociale iniziando un suo percorso di crescita personale. Dopo un anno è stata assunta come impiegata in una cooperativa sociale continuando a studiare e facendosi notare per le capacità e l’attaccamento al lavoro, tanto che nel 2006 viene assunta come capoufficio nella cooperativa sociale “L’Ancora Service”, incarico che ricoprirà per dieci lunghi anni.

È una cooperativa che si occupa di servizi utilizzando principalmente ex detenuti per il loro reinserimento nella società, una realtà in cui Clarisa deve confrontarsi ogni giorno con i mille problemi di una donna che opera in un ambiente tipicamente maschile. Sono persone con un passato difficile, per i quali una cooperativa sociale è l’unica occasione di riscatto e di reinserimento sociale, per “portare il pane a casa” onestamente come dice la stessa Clarisa. Nel 2016 il ‘salto’ da dirigente ad amministratore, diventando presidente della cooperativa sociale “Kratos”, attiva nella raccolta e trasporto di materiali differenziati e nei servizi di pulizia civili e industriali, con oltre 130 dipendenti, anche qui quasi tutti uomini ex detenuti.

La sua storia, un perfetto esempio di integrazione realizzato grazie al terzo settore, è stata presentata da Carlo Martello, presidente ConfCooperative Taranto, Maria Antonietta Brigida, responsabile regionale dei Csv per l’iniziativa FQTS (Formazione Quadri del Terzo Settore) e Francesco Riondino, Presidente Csv Taranto.

«Gli incontri di FQTS – ha dichiarato Riondino – sono straordinari momenti di crescita personale in cui, apprendendo ‘buone pratiche’ realizzate su altri territori, prendiamo spunti per poterci rendere ancora più utili agli altri nelle nostre comunità».

Clarisa Francisco ascolta emozionata e ricorda sorridendo: «ero arrivata da un anno a Taranto e per Santa Cecilia invitai i familiari a cena, preparando tutto nel pomeriggio per fare bella figura. Quando portai a tavola le pettole, ovviamente fredde, mio suocero mi fulminò: come, non le friggi sul momento?»

Scherza, e poi racconta le mille difficoltà di fare impresa in un territorio non facile, quelle di tutti gli imprenditori che non hanno ‘santi in paradiso’, ma lei è determinata perché poi ci sono le soddisfazioni che ti riempiono il cuore, come garantire a persone che hanno vissuto un disagio importante, come la detenzione in carcere, uno stipendio con cui hanno mantenuto per anni dignitosamente la famiglia. E un giorno portano in ufficio il figlio ormai grande, quello che avevi visto bambino, e ti dicono con orgoglio «sai Clarisa, domani inizia a lavorare, o va a giocare in una squadra di calcio in un’altra città. Ecco per tutto questo non cambierei la mia vita per nulla al mondo».

Ora Clarisa è impegnata in un nuovo percorso di formazione con l’iniziativa FQTS «una meravigliosa esperienza che mi permette di conoscere persone che stanno facendo attività diverse in altri territori – dichiara lei stessa - a cui mi sono sentita subito legata perché condividiamo lo stesso sogno: creare qualcosa di bello per gli altri e con gli altri».

Poi Clarisa Francisco conclude «Taranto è la mia città, qui è cresciuta mia figlia, oggi – e sorride – faccio le orecchiette e cucino riso, patate e cozze. Voglio contribuire a questo meraviglioso momento di cambiamento della nostra comunità, una straordinaria opportunità con cui possiamo costruire insieme un futuro migliore, perché i nostri figli non vadano più via, perché Taranto sia conosciuta in tutto il mondo come una città meravigliosa».


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