SELECT * FROM conf_articoli WHERE non_visualizzare=0 and id=9517 ORDER BY ordine DESC, id DESC

Il progetto pugliese ‘Mangiafanghi’ ha ottenuto il brevetto

  • In BARI
  • mer 04 Dicembre 2019
Il progetto pugliese ‘Mangiafanghi’ ha ottenuto il brevetto

Frutto della collaborazione tra Cisa e Irsa-Cnr è stato sperimentato a Putignano

PUTIGNANO - Il progetto tutto pugliese “Mangiafanghi” di Cisa, società che trasforma il rifiuto in una risorsa e ne ricava bioenergia, e Irsa-Cnr, l’Istituto di Ricerca sulle Acque del Centro nazionale di Ricerca, ha ottenuto il brevetto. L'attestazione ufficiale è arrivata dal Ministero per lo Sviluppo economico in quanto è stato riconosciuto come unico al mondo capace di ridurre dell’80% il quantitativo di fanghi della depurazione di acque reflue.

L'Ufficio italiano Brevetti e Marchi del ministero per lo Sviluppo economico ha concesso il brevetto dal titolo "Impianto per il trattamento dei reflui urbani”, conosciuto anche come processo “Mangiafanghi” per via della sua capacità di ridurre significativamente la produzione dei fanghi della depurazione. Cisa spa e Irsa-Cnr titolari del brevetto, hanno già avviato le procedure di Pct (Patent, Cooperation Treaty) per estendere il brevetto anche in ambito internazionale. La validazione del processo è stata effettuata negli ultimi due anni presso il depuratore dell’agglomerato di Putignano di Acquedotto pugliese.

Lo scorso anno, a conclusione di una ampia fase di sperimentazione, il processo fu presentato al presidente di Aqp Simeone Di Cagno Abbrescia e ai vertici dell'azienda. I tecnici spiegano che si tratta di una vera e propria rivoluzione tecnologica che in futuro consentirà grandi risparmi alla comunità, se si pensa che, nonostante il volume dei fanghi prodotti da un depuratore di reflui urbani rappresenti solo l’1% del volume di reflui che affluisce all’impianto, il suo trattamento e smaltimento finale può arrivare ad incidere fino al 60% sui costi della depurazione. L’Italia è uno dei principali produttori europei di fanghi di depurazione. Pertanto, la problematica costringe a considerare, con sempre maggiore attenzione, nuovi sistemi/strategie che siano in grado di ridurre la produzione dei fanghi di supero.

Cisa e Irsa-Cnr hanno brevettato un sistema unico al mondo basato su microrganismi in grado, rispetto alle tecnologie di depurazione convenzionali, di ridurre la produzione di fango fino all’80% e di semplificare significativamente lo schema di trattamento in quanto un unico bacino è in grado di sostituire l’intera linea acque del depuratore, come spiegato dal dottor Claudio Di Iaconi, primo ricercatore del Cnr e ‘papà’ del progetto. Il processo è stato validato in piena scala nell’ambito del progetto Mangiafanghi, finanziato nel bando dei cluster tecnologici della Regione Puglia, che vede la sinergia tra Cisa spa (capofila), Istituto di Ricerca sulle Acque (Irsa-Cnr), Lenviros srl, Socrate srl, Ad. Eng. srl. Il progetto ha evidenziato che il processo è in grado di ridurre del 77% la produzione di fango rispetto alla filiera di trattamento tradizionale.

«La sperimentazione ha riguardato un impianto con una potenzialità di 3500 abitanti equivalenti e confermato risultati eccellenti - spiega Antonio Albanese, presidente di Cisa spa che ha investito con fiducia nel progetto - Da anni collaboriamo col Cnr a progetti in grado di risolvere i problemi delle comunità. Ora il Mangiafanghi è pronto per la fase industriale e commerciale». Già diversi gruppi internazionali hanno manifestato interesse ad acquisire tale innovativa tecnologia.

Altri articoli interessanti
Nel depuratore di Putignano si sperimenta il progetto ‘mangiafanghi’


Articoli più letti