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Tre quadri di De Nittis in mostra all’aeroporto

  • In BARI
  • ven 11 Ottobre 2019
Tre quadri di De Nittis in mostra all’aeroporto

Da luogo di passaggio a luogo di emozioni con la mostra “In viaggio con De Nittis”

BARI - L’Aeroporto di Bari diventa galleria d’arte con un’esposizione artistica intitolata “In viaggio con De Nittis”, il grande pittore pugliese testimone della Puglia nel mondo. Sino al 10 novembre 2019 viaggiatori, turisti, familiari, imprenditori e tutti coloro che avranno modo di raggiungere, per un qualunque motivo, lo scalo aeroportuale del capoluogo pugliese potranno ammirare tre capolavori di Giuseppe De Nittis (Barletta 1846- Saint Germain en Laye 1884).

Non si tratta solo di una esposizione artistica, ma anche di una nuova forma di accoglienza, di un modo per dare il benvenuto a chi arriva e di consegnare, a chi va via, il ricordo della bellezza della terra di Puglia e l’arte che ha saputo esprimere. “In viaggio con De Nittis” nasce dalla volontà di Aeroporti di Puglia e del Comune di Barletta, città di origine del maestro, di promuovere le eccellenze culturali pugliesi e, in questo caso, il valore della preziosa collezione De Nittis, per integrare le infrastrutture aeroportuali con il territorio.

La mostra, inaugurata dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dall’assessore regionale al Turismo della Regione Puglia, Loredana Capone, dal sindaco di Barletta, Cosimo Cannito e dal vice presidente di Aeroporti di Puglia, Antonio Vasile, comprende tre opere: due paesaggi pugliesi ed il ritratto dell’amata moglie Léontine Lucile Grouvelle, la sua Titine.

“Paesaggio con fenicotteri” è un olio su tavola (1873), realizzato in Francia, dopo il lungo soggiorno dell’artista in Italia, causato dalla guerra franco-prussiana. Nella parte superiore della tavola predomina un ripido pendio di cespi d’erba, di alte betulle e di felci. In primo piano viene raffigurato un ruscello dalle acque chiarissime, il cui fondo è coperto di pietre. Quasi sulla riva, due eleganti fenicotteri colorano di un rosa tenue il paesaggio silvestre. Il formato del quadro, alto e stretto, raro nell’opera di De Nittis, ne aumenta il valore.

“Primavera”, olio su tela (1879) offre una visione della campagna pugliese solare e serena, resa con pennellate rapide, in cui compaiono mandorli in fiore, un terreno arido e sassoso, un trullo per attrezzi agricoli, con uno scorcio di mare sullo sfondo, animato da una luce primaverile. L’opera fu realizzata probabilmente in uno degli ultimi soggiorni pugliesi del maestro, dopo che nel marzo 1879 tornò nella sua città natale, per ricevere una medaglia d’oro coniata dal Comune di Barletta in suo onore, per celebrare i successi ottenuti nell’Esposizione Universale di Parigi del 1878.

“Busto di donna con cappellino”, olio su tela, ritratto della consorte Léontine e musa ispiratrice dell’artista. “Ella mi è stata compagna, amica, modella e moglie”, si legge nel diario di De Nittis. La donna in questo dipinto si rivela in una dimensione intima e confidenziale, ha il volto inclinato e flesso in avanti, lo sguardo appena velato da una lieve malinconia.

Tutte e tre le opere, ben custodite in una teca antiscasso, fanno parte della collezione De Nittis ospitata nel Palazzo Della Marra a Barletta, esempio di barocco pugliese, con la sua preziosa loggia affacciata sul mare, sede della Pinacoteca comunale Giuseppe De Nittis. Sono oltre 200, fra oli, pastelli, acquerelli, incisioni e disegni, le opere esposte e custodite in quello scrigno prezioso, donati alla città natale dell’artista nel 1914 dalla vedova Léontine Grouvelle. La Pinacoteca, nota anche come Casa De Nittis, si sviluppa sui due piani del Palazzo Della Marra, occupando le eleganti sale che ospitano le opere del maestro suddivise per tematiche: Un’idea di Paesaggio. In una delle sale è possibile, inoltre, ammirare alcuni acquerelli e numerose incisioni dell’artista, per lo più in ritratti maschili e femminili.

De Nittis morì a 38 anni ma la sua carriera artistica fu subito apprezzata da molti tanto che Léonce Benedite, per lungo tempo conservatore del Lussemburgo (oggi Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Parigi), scrisse di lui: “Nessuno può immaginare, oggi, di quale straordinaria notorietà godesse, da vivo, questo artista”. Gli venne da subito attribuita “piena gloria come per gli eroi e i semidei”, così scriveva Alessandro Dumas figlio. De Nittis partì da Barletta a soli 15 anni per visitare le più grandi città italiane (Napoli, Palermo, Roma, Firenze, Venezia e Torino) ed europee (Parigi e Londra) stabilendosi nel 1867 a Parigi dove fu insignito a 32 anni della Legion d’Onore, portando con sé il genio artistico e la bellezza della nostra terra. Dopo l’apprendistato con il maestro barlettano Giovanni Battista Calò, di scuola partenopea, nel 1861 De Nittis si iscrisse all’Istituto di belle arti di Napoli. Espulso per indisciplina, nel 1863 fondò, con Marco De Gregorio, Federico Rossano e Adriano Cecioni, la Scuola di Resina, ispirata a una pittura rigorosamente dal vero, eseguita en plein air. Nel 1864 fece la prima apparizione ufficiale alla III Promotrice napoletana con due quadri dallo stesso titolo: “L’avanzarsi della tempesta”. Nello stesso periodo realizzò una serie di opere dedicate al paesaggio meridionale, pugliese e napoletano. Particolarmente significativi Sulle rive dell’Ofanto (1866), Casale nei dintorni di Napoli (1866) e Ofantino (1866). Nel 1867, durante un soggiorno a Firenze, riscosse grande successo presso i macchiaioli che nella sua arte vedevano realizzarsi le loro tesi artistiche. Dopo una breve permanenza a Parigi, vi si stabilì definitivamente nel 1868 e nel 1869 sposò Léontine Grouvelle che seppe trasformare la loro casa nel luogo di incontro dei più noti intellettuali, collezionisti e artisti dell’epoca, da De Goncourt a Zola, da Manet a Degas. Tornato a Parigi espose sistematicamente al Salon e ritrasse i ritmi frenetici e i ritrovi mondani della Ville Lumière, guadagnandosi l’appellativo di “pittore delle parigine”. Nel 1874 partecipò alla prima mostra degli impressionisti, allestita nello studio del fotografo Nadar. Nello stesso anno si recò per la prima volta a Londra dove tornò con regolarità fino al 1882. Nell’ultimo periodo, prima che la morte lo cogliesse improvvisamente a soli 38 anni, diede vita a una serie di grandi capolavori, fra i quali “Il salotto della principessa Mathilde” (1883) e “Colazione in giardino” (1884).

Grazie a questa iniziativa l’Aeroporto di Bari si trasforma da luogo di passaggio, a volte di lunghe attese vuote, in un luogo che suscita emozioni e si spera possa influenzare altre idee simili.


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