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mer 25 Settembre 2019

Consegnato il trabucco del Levante per i lavori di recupero

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  • mer 25 Settembre 2019
Consegnato il trabucco del Levante per i lavori di recupero

La gigantesca costruzione per la pesca sarà recuperata come bene storico

BARLETTA - Il trabucco, macchina ingegnosa in legno utilizzata per la pesca a rete, non è solo tipico del Gargano. Un esemplare di questi giganti storici ed importanti per l’economia locale, posti sulla costa, già alla fine dell’800, è presente anche a Barletta dove l’Amministrazione comunale ha deciso di effettuare lavori di recupero e adeguamento funzionale.

A partire da oggi, 25 settembre, saranno avviati i lavori di recupero e adeguamento funzionale del Trabucco sul braccio di Levante a Barletta. Di questa costruzione e strumento di pesca restano solo alcune tracce a causa soprattutto dei danneggiamenti dovuti, oltre che del trascorrere del tempo, dalle condizioni atmosferiche subite.

Questa mattina, il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito, accompagnato dall’assessore ai Lavori pubblici Gennaro Calabrese, dal dirigente del Settore Lavori pubblici del Comune Donato Lamacchia, ha consegnato ufficialmente il bene storico al progettista e responsabile dei lavori Francesco Giordano e l’Ati che si è aggiudicata l’opera.

Il recupero di questo monumento che per la città è un simbolo e per i barlettani è parte di un orizzonte è stata da sempre all'attenzione dell'Amministrazione comunale. "La città di Barletta è sempre stata legata ai suoi trabucchi e restituirle questo manufatto è un’opera di grande valore perché non si tratta di un mero strumento per la pesca ma di un simbolo, di tradizioni, di memoria condivisa e da tramandare”, ha detto il sindaco Cannito, nella cerimonia di consegna dei lavori.

Del trabucco, che qualcuno ha soprannominato ‘il vecchio’ resta davvero poco sebbene siano evidenti alcuni pali di sostegno e il braccio che si allunga verso il mare. I trabucchi, come raccontato da Michele Grimaldi responsabile dell’Archivio di Stato di Barletta, erano cinque in tutto, tre a Levante e due a Ponente, uno nei pressi del faro e uno lì vicino. La prima concessione rilasciata dalla Capitaneria di Porto per il trabucco del braccio di Levante risale al 1892 e fu rilasciata a un cittadino tranese che chiedeva l’installazione di un mezzo per la pesca. Per l’occasione, sul posto, c’erano i suoi discendenti, la famiglia Ricatti, concessionaria del trabucco fino al 2014.

“E’ stato infatti cinque anni fa – ha ricordato Cannito - che è partito quello che oggi si concretizza, quando la giunta Cascella, il 10 aprile 2014, approvò una delibera che avviava l’iter progettuale per il recupero del trabucco e arrivare alla consegna dei lavori non è stato facile”. Il sindaco ha ringraziato l’Amministrazione Cascella e l’ex assessore Giuseppe Gammarrota il quale ha evidenziato come questo sia soltanto “l’inizio di un percorso per riannodare quel legame stretto fra mare e città”.
I lavori saranno realizzati sulla base di un progetto di recupero a cura dell’architetto Francesco Giordano, direttore dei lavori, e dureranno due mesi per un costo di oltre 70mila euro e saranno eseguiti da una associazione temporanea di imprese composta dal Consorzio agroforestale peschiciano Biase Fasanella e dalla ditta edile barlettana Gorgoglione Sabino.
“Il trabucco sarà ricostruito in maniera fedele all’originale – ha spiegato Giordano - con tecniche di carpenteria tradizionale seguendo lo schema redatto in fase di progettazione e condiviso con la Sovrintendenza e con l’Autorità portuale e a breve si potrà apprezzare l’evoluzione del cantiere e comprendere che cosa sarà realizzato”.

Il futuro del trabucco sarà nella sua gestione, per la quale, grazie anche a fondi del Gal Dauno Ofantino, sono previsti 100.000 euro di finanziamenti per la musealizzazione e l’avvio della sua gestione che, però, dovrà essere autonoma e non finanziata con fondi pubblici. Lo scopo è quello di riavvicinare la città al mare, partendo dalle scolaresche, per far conoscere la storia di questo luogo le tradizioni e diffondere l’attaccamento alla propria terra d’origine.

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