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Birre e prodotti caseari ‘made in Puglia’ sono vincenti

  • In BARI
  • ven 07 Giugno 2019
Birre e prodotti caseari ‘made in Puglia’ sono vincenti

Le prime con l’aumento di consumo e microbirrifici, i secondi con l’etichettatura per la tracciabilità

BARI - Birre e prodotti caseari un connubio vincente soprattutto se entrambi “made in Puglia” e visti i successi riscontrati in entrambi i settori. Le prime con la crescita dei consumi quotidiani e l’aumento dei microbirrifici pugliesi, i secondi con la garanzia di qualità (da sempre una certezza per i prodotti pugliesi) attraverso l’etichettatura certificata e i controlli della rete di veterinari più estesa d’Europa, con il vanto di 2 Dop (canestrato pugliese e mozzarella di bufala) e 17 formaggi riconosciuti tradizionali dal Mipaaf (burrata, cacio, caciocavallo, caciocavallo podolico dauno, cacioricotta, cacioricotta caprino orsarese, caprino, giuncata, manteca, mozzarella o fior di latte, pallone di Gravina, pecorino, pecorino di Maglie, pecorino foggiano, scamorza, scamorza di pecora, vaccino).

Secondo un’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati Istat, in Puglia il consumo quotidiano di birra riguarda il 5,2% dei residenti, e riguarda tutta la popolazione perché a seconda che sia bionda, rossa o scura è gradita da giovani e meno giovani, uomini e donne, qualunque sia la professione, è meno amata solo dalle casalinghe. In questo quadro i microbirrifici in Puglia stanno sfiorando quota 100, con le province di Bari e Lecce che guidano la classifica regionale delle aree dove l’attività birraria ha preso piede, con rispettivamente 32 e 26 aziende, seguite da Foggia con 14 birrifici, Taranto 13 e Brindisi 4.

“La nuova tendenza è la ‘birra agricola’, un prodotto sempre più ‘smart’ inventato dalle aziende agricole pugliesi che - spiega il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - se la gioca bene sul fronte del gusto e dell’innovazione, come la birra al carciofo a Brindisi, la birra di grano ‘Cappelli’ a Corato, la birra di fichi a Mariotto, piuttosto che la birra alla canapa made in Conversano”.

Il consumo è sempre più raffinato con la ricerca di varietà particolari, una voglia di gusto che è andata di pari passo con il boom dei birrifici artigianali, quadruplicati negli ultimi dieci anni. “Oltre a dare un contributo utile all’economia, la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 – aggiunge Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia – che risultano i più attivi nel settore con profonde innovazioni che vanno dalla certificazione dell’origine a chilometro zero al legame diretto con le aziende agricole, ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub” o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica”.

Tant’è che stanno nascendo anche nuove figure professionali come il “sommelier delle birra” che conosce i fondamentali storici dei vari stili di birre ed è capace di interpretarne, tramite opportune tecniche di osservazione e degustazione, i caratteri principali di stile, gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato e individuarne gli eventuali difetti, oltre a suggerire gli abbinamenti ideali delle diverse tipologie di birra con primi piatti, carne o pesce e anche con i dolci.

Per quanto riguarda i prodotti caseari, nella giornata mondiale del latte (1° giugno, istituita nel 2001 dalla Fao) Coldiretti ha reso noto che grazie alle 80mila mucche da latte che in Puglia mettono la firma sulla propria produzione di latte, formaggi e yogurt, garantita a livelli di sicurezza e qualità superiore, grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, può anche vantare i primati di 2 Dop e 17 formaggi tradizionali . Sono i primati del settore lattiero-caseario, i Sigilli della biodiversità, ricordati e festeggiati da Coldiretti Puglia in occasione del Milk World Day indetto dalla Fao il 1° giugno.

“L’etichettatura obbligatoria è divenuta una infallibile cintura di sicurezza per i nostri allevatori che devono poter competere alla pari e per la salute dei nostri consumatori debbono poter scegliere in maniera consapevole quello che acquistano e mangiano”, dice Savino Muraglia presidente di Coldiretti Puglia. In Puglia ci sono 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, riuscite a sopravvivere con grande difficoltà in Puglia. A garanzia di un prodotto tutto ‘made in Puglia’ Coldiretti ricorda che nelle etichette dei prodotti caseari deve esser indicato: “paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte”; “paese di condizionamento: nome della nazione nella quale il latte è stato condizionato”; “paese di trasformazione: nome della nazione nella quale il latte è stato trasformato”.

Qualora il latte o il latte usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari sia stato munto, condizionato e trasformato nello stesso paese, l’indicazione di origine può essere assolta – precisa la Coldiretti – con l’utilizzo della seguente dicitura: “origine del latte: nome del paese”. Se invece le operazioni indicate avvengono nei territori di più paesi membri dell’Unione europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata possono essere utilizzate le seguenti diciture: “miscela di latte di Paesi UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato in Paesi UE” per l’operazione di condizionamento, “latte trasformato in Paesi UE” per l’operazione di trasformazione. Infine, se le operazioni avvengono nel territorio di più paesi situati al di fuori dell’Unione Europea, per indicare il luogo in cui ciascuna singola operazione è stata effettuata possono essere utilizzate le seguenti diciture: “miscela di latte di Paesi non UE” per l’operazione di mungitura, “latte condizionato in Paesi non UE” per l’operazione di condizionamento, “latte trasformato in Paesi non UE” per l’operazione di trasformazione.


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