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Nell'Ospedale di Padre Pio isolate cellule tumorali del colon-retto

  • In FOGGIA
  • ven 24 Maggio 2019
Nell'Ospedale di Padre Pio isolate cellule tumorali del colon-retto
SAN GIOVANNI ROTONDO La sede dell'Isbremit

Grazie ad una ricerca mirata per sviluppare biofarmaci e tecniche con la malattia e la diffusione di metastasi

SAN GIOVANNI ROTONDO - Isolate le cellule che causano il tumore al colon-retto e le metastasi. L’importante risultato medico-scientifico è stato raggiunto, in Puglia, dall’equipe di ricerca della Cancer Stem Cells Unit dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo.

Lo studio, coordinato dalla prestigiosa Unità dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, dove si stanno sviluppando biofarmaci e tecniche per contrastare la malattia e la diffusione nell’organismo, è stato pubblicato su una rivista del gruppo The Lancet – coordinato dalla biologa Elena Binda, direttrice della Cancer Stem Cells Unit dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e dal direttore scientifico dell’Istituto Angelo Vescovi – ha isolato le cellule staminali maligne trasformate che causano l’insorgenza dei tumori al colon retto.

Le cellule isolate sono le cosiddette “camaleonte” che, oltre a causare il tumore, si disperdono per formare metastasi. Si comportano, nei diversi stadi della malattia, proprio come “camaleonti”, cambiando pelle. Crescono rapidissime, perforano poi i tessuti circostanti e si diffondono nell’organismo. Per muoversi utilizzano il circolo sanguigno in cui, prima di questo studio, non erano mai state individuate. Raggiunto un organo bersaglio, avviene un’ulteriore muta e queste cellule maligne acquisiscono la capacità di colonizzare il nuovo tessuto e generare metastasi mortali. Questa loro trasformazione e diffusione in organi lontani come fegato e polmone rende poco efficace la rimozione chirurgica e le terapie classiche, classificando i tumori del colon-retto metastatici, nei fatti, come incurabili e letali.

La scoperta che, durante queste mute, le cellule di tumore al colon-retto cambiano aspetto ma non la loro natura staminale “letale” apre per la prima volta la strada a terapie più efficaci e mirate, nonché meno tossiche. Grazie anche a questa nuova possibilità di isolare queste cellule dal sangue, lo studio fornisce finalmente la possibilità di identificare marcatori precisi per diagnosi precoci ed accurate e bersagli selettivi per terapie.

Contro tali cellule si stanno studiando biofarmaci selettivi proprio nella Cancer Stem Cells Unit, che ha sede nell’ISBReMIT-Istituto di Medicina Rigenerativa dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. «Si tratta di una svolta critica nello sviluppo di queste terapie anti-cancro – spiegano i ricercatori Elena Binda e Angelo Vescovi – poiché l’uso della tecnologia delle cellule staminali tumorali di questo studio e la piattaforma tecnologica che la sostiene permetterà di ridurre in modo notevole il lasso di tempo, 18-24 mesi contro alcuni anni, che intercorre tra la scoperta di un possibile principio attivo e la sperimentazione sul paziente».

Lo studio è frutto della collaborazione tra Irccs Casa Sollievo e due startup biotecnologiche ed è una 'rivoluzione' in campo oncologico che pone la Puglia al centro della ricerca innovativa in ambito pure biotecnologico. È stata possibile grazie alla collaborazione tra l’Irccs Casa Sollievo, le startup innovative StemGen Italia e HyperStem SA Svizzera, coinvolgendo anche le Unità di Chirurgia Addominale e di Oncologia dello stesso Ospedale di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, l’Università di Bari, l’Irccs Policlinico “A. Gemelli” di Roma, il Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze dell’Università Milano Bicocca e l’Irst Irccs di Meldola.

La scoperta scientifica contribuirà a salvare non poche vite umane visto che i tumori al colon-retto colpiscono un uomo su cinque e una donna su sei, con incidenza maggiore nei paesi occidentali più ricchi ma in rapida crescita in tutto mondo. Incidenza e mortalità aumentano con l’età, quella media di diagnosi è di circa 70 anni, per un totale di 18 milioni di casi stimati nel solo 2018.


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