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Giovani autori raccontano la legalità in 4 racconti per un unico libro

  • In LECCE
  • gio 28 Marzo 2019
Giovani autori raccontano la legalità in 4 racconti per un unico libro

Il volume intitolato “Sabbie mobili” sarà presentato a Lecce con la partecipazione di due scrittori salentini

LECCE - Quattro racconti, tratte da storie vere, sono raccolti in un unico libro intitolato “Sabbie mobili”. Ogni racconto ha un autore diverso ma il filo conduttore è unico, il tema è infatti quello della legalità. Tra i quattro autori ci sono due salentini: Isabella Inguscio ha trattato il caporalato mentre Federico De Giorgi il voto di scambio, a cui si aggiunge il campano Giovanni Buccheri sulla criminalità giovanile nei quartieri napoletani e la toscana Ludovica Tripodi sulla prostituzione cinese.

"Sabbie mobili" sarà presentato il 30 marzo a Lecce alle ore 17.30 nelle sale del Monastero di San Giovanni Evangelista in piazzetta Accardo. I giovani autori si sono incontrati in un importante progetto accademico finalizzato alla promozione della cultura della legalità in alcune scuole italiane, e che hanno fatta propria quest’esperienza, trasformandola in un’opera letteraria edita da “The Freak editori” di Roma.

Alla presentazione del libro "Sabbie Mobili" saranno presenti Maria Rita Verardo, magistrato, già presidente del Tribunale per i minorenni di Lecce, Carlo Alberto Augeri, Dipartimento Studi Umanistici Università del Salento, Antonio De Rubertis e Danio Aloisi, dell’associazione Diritti al sud, Pietro Maria Sabella e Sabrina Cicala, rispettivamente Ceo ed editor di “The Freak editori”, e tutti e quattro gli autori.

Il libro raccoglie quattro racconti, quattro realtà italiane, cittadine e di provincia, nella loro attualità, nella loro quotidianità. “Sabbie mobili” è un tuffo nel presente, attraverso cui ci si misura con diversi modi di concepire l’altro, il mondo, la legge. Senza morale, senza altro filtro che non sia la semplicità di una descrizione cruda, secca, che non indugia. “Immersi a metà” di Isabella Inguscio, “Lasciarsi affondare” di Ludovica Tripodi, “In apnea” di Giovanni Buccheri e “Per una boccata d’aria” di Federico De Giorgi, sono la climax attraverso cui è facile scovare la profonda radicalizzazione di un modo di pensare mafioso, criminale, strafottente, vivo nel nostro Paese molto più di quanto si sia disposti ad ammettere. Ma, anche, di come la bellezza di gesti semplici, atavici, stentino a venire risucchiati nella china del disagio, del rancore, dell’indifferenza. Il lettore si trova, così, ad affrontare alcune fondamentali domande della nostra epoca, alle quali è giunto il momento di dare una risposta.

La prefazione dell’opera, a cura di Pietro Maria Sabella e di Sabrina Cicala, anticipa cosa si prova, nel procedere di racconto in racconto, con la prospettiva di chi, questi ragazzi, li ha conosciuti dal principio, sin da quando è cominciata a maturare in loro l’esigenza di trasformare la loro esperienza in qualcosa di diverso: in narrazione scritta.


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