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Al Polo “Messapia” i giovani ‘puniti’ a lezioni sul rispetto del bello

Al Polo “Messapia” i giovani ‘puniti’ a lezioni sul rispetto del bello

Coinvolte le famiglie e le associazioni per riscattare il ruolo sociale e imparare responsabilità

BRINDISI - Famiglia, scuola e associazioni volontarie insieme per l’educazione di una generazione che viene sempre più ‘additata’ da psicologi, psichiatri, media e società quale frutto del fallimento educativo e di una dispersione scolastica e deviazione giovanile sempre più in aumento. Non è sicuramente così per il Polo Tecnico Professionale “Messapia” di Brindisi. La nuova realtà scolastica, nata con delibera regionale del dicembre 2017 dall’accorpamento di tre istituti professionali: quello per l’industria e artigianato “Ferraris”, quello per i servizi commerciali “De Marco”, entrambi di Brindisi, e l’istituto tecnico economico e tecnologico “Valzani” di San Pietro Vernotico, è infatti impegnata nella formazione degli adolescenti per il futuro lavorativo oltre che educativo e nel recupero di giovani cosiddetti ‘difficili’.

Dopo il reclutamento di una psicologa, a sostegno di alunni, docenti e famiglie, inserita appieno nell’organico d’istituto e alacremente a lavoro, nel folto programma della settimana dello studente partita il 25 febbraio 2019, non mancano incontri sulla legalità: l’Unione delle Camere Penali che dialoga sui principi costituzionali del processo penale con l’avv. Gianmichele Pavone, svoltosi questa mattina, 26 febbraio, con due momenti distinti. La prima nell’istituto “De Marco”, dove gli studenti dell’Iiss“Ferraris-De Marco-Valzani” hanno vissuto un’esperienza dal forte impatto emotivo volto a scardinare le coscienze parlando di Michele Fazio, il giovane barese vittima innocente di mafia, alla presenza di suo padre, e la seconda con Valerio D’Amici dell’associazione “Libera”, nella preparazione al 21 marzo.

Lo stesso istituto “Ferraris-De Marco-Valzani” ha deciso di investire sull’educazione sentimentale, sul valore della partecipazione attiva come modalità di rivendicare un ruolo sociale, sull’assunzione delle responsabilità e la giustezza delle ‘pene’ da espiare come percorso di riabilitazione. A questa finalità concorrono le convenzioni con la “Caritas” di Brindisi e la cooperativa “Oltre l’Orizzonte”, per accogliere giovani studenti del Polo “Messapia” destinatari di provvedimenti disciplinari di sospensione i quali, anziché a casa scontano la ‘sanzione’ presso strutture idonee in cui possano rielaborare la violazione delle regole, riflettere sulla negatività delle proprie azioni, riconoscere l’errore per migliorarsi attraverso il confronto con contesti sociali vulnerabili e soprattutto impegnarsi in attività in cui non solo potranno imparare le basi di un futuro mestiere ma conoscere la ‘fatica’ e perché è necessario rispettare il lavoro di altri.

Forti della convinzione che incontrare persone che vivono un disagio fisico, psichico o semplicemente ambientale, può portare il ragazzo a riscoprire la ricchezza delle cose semplici e tornare ad apprezzare il valore della vita e la bontà del mondo che lo circonda, perché spesso si dà per scontato ciò che in realtà non lo è, si è pensato ad percorso di “volontariato sociale” per far scoprire la vocazione del donarsi agli altri, perché servire alla mensa dei poveri dà senso al nostro tempo e scoprire che con le persone affette da autismo si può comunicare anche senza parlare, e un sorriso diventa contagioso. Il fare si sostituisce al ‘facile giudicare’ che sfocia in un disprezzo delle persone che non si conoscono, delle loro difficoltà, delle cose degli altri e quelle della comunità e che invece diventano di tutti ed in particolare di chi le cura.

“Siamo certi di andare nella giusta direzione – afferma la preside Rita Ortenzia De Vito – perché riceviamo un feedback molto positivo sull’esperienza da parte dei nostri partner educativi che ci aiutano negli interventi di recupero dei nostri ragazzi più difficili, soprattutto grazie all’esperienza della “messa alla prova” che molti di loro hanno già vissuto tante volte; ma apprezzamento ci proviene anche dalle famiglie, sempre più bisognose di aiuto lì dove la capacità genitoriale è sempre più flebile e il rischio di devianza sempre più cogente. E poi educhiamo al gusto del bello e del decoro: i nostri ragazzi, armati di pennelli e guanti, zappetta, rastrello e scopetta, insieme ai loro eroici docenti, si prendono cura del proprio ambiente scolastico, perché prendersi cura delle persone che amiamo vuol dire anche amare il luogo in cui vivono… Ferraris docet. E funziona davvero”.


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