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Giornalista pugliese nella giuria del Premio Unesco alla stampa

  • In LECCE
  • mer 23 Gennaio 2019
Giornalista pugliese nella giuria del Premio Unesco alla stampa
Marilù Mastrogiovanni

Si tratta della giornalista salentina Mastrogiovanni più volte minacciata a seguito di inchieste sulla scu

LECCE - Una giornalista pugliese, originaria di Casarano, sarà nella giuria del “Guillermo Cano World Press Freedom Prize”, il premio che dal 1997 l’Unesco conferisce ad una persona, un’organizzazione o un’istituzione che ha dato un notevole contributo alla liberà di stampa nel mondo.

A darne notizia è la stessa designata ovvero Marilù Mastrogiovanni sul sito personale “Mailumastrogiovanni.it” www.marilumastrogiovanni.it/unesco-designa-mastrogiovanni-in-giuria-per-il-world-press-freedom-prize/ dove scrive che per ricoprire tale ruolo è stata invitata dalla direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, tramite una lettera.

La giornalista pugliese farà parte della ‘rosa’ dei sei giurati, tutti giornalisti indipendenti provenienti da paesi diversi, tutti scelti dal direttore generale. Marilù Mastrogiovanni sarà l’unica rappresentante dell’Italia dopo 10 anni dalla nomina di Luciana Sgrena, prima e sinora unica italiana a ricoprire tale ruolo.

Onorata di tale riconoscimento Marilù Mastrogiovanni confessa che nonostante tutto fosse scritto ‘nero su bianco’ ha creduto alla nomina al ruolo solo quando ha letto il suo nome nell’elenco dei giurati pubblicato su sito dell’Unesco (//en.unesco.org//prizes/guillermo-cano/jury). L’incarico lo ricoprirà per tre anni, sino al 2021, “in riconoscimento – è scritto nella lettera di nomina – del Suo profondo impegno per i principi della libertà di stampa, nonché del considerevole contributo che avete già dato a questi ideali”.

Una nomina che è quasi pari ad un premio visto le difficoltà in cui versa, da ormai diversi anni, la stampa italiana, per non parlare delle difficoltà delle giornaliste donne, ed in particolare di Marilù Mastrogiovanni che per scrivere la verità ha dovuto subire non poche ingiustizie. Per inchieste sul business dei rifiuti e sulle speculazioni edilizie in zone protette del Salento, ha subito minacce tra il 2007 e il 2012 per cui è finita anche sotto scorta. Nonostante ciò ha continuato imperterrita le sue inchieste giornalistiche collaborando con diversi giornali e fondando il mensile “Il Tacco d’Italia”, dal 2016 è anche docente di “Giornalismo web e social” all’Università di Bari nell’ambito del Master in Giornalismo, nel corso della sua carriera ha ricevuto diversi premi tra i quali “Premio Giustolisi Giustizia e Verità” nel 2017, per un’inchiesta sulla sacra corona unita, “Premo Articolo 21” nel 2015 per la pluriennale attività d’inchiesta sulle mafie e “Premio Piersanti Mattarella” nel 2016, per il libro “Io non taccio”.

Tra i suoi nuovi compiti, quale membro della Giuria del Premio Guillermo Cano c’è anche quello di assistere l’Unesco su questioni etiche relative alla legislazione dei media e a tutto quello che compromette la liberà di espressione nei Paesi e nei Continenti d’origine.

Un compito non da poco e di grande responsabilità visto anche le difficoltà dei rapporti tra stampa italiana e attuale Governo, nonché la crisi dell’editoria e le azioni giudiziarie sempre più pressanti nei confronti dei giornalisti.

Gli altri nominati dall’Unesco sono David Dembele del Mali, Wendy Funes dell’Honduras, Hamid Mir del Pakistan, Wojciech Tochman della Polonia e Gisèle Khoury del Libano.


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