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Cento fanove pronte per ardere e far festa

  • In BARI
  • mar 08 Gennaio 2019
Cento fanove pronte per ardere e far festa

Il miracolo della Madonna della Vetrana si rinnova l’11 gennaio

CASTELLANA GROTTE - Oltre 320 anni fa, precisamente 328, l’11 gennaio del 1690, Santa Maria della Vetrana, liberava dalla peste la città di Castellana Grotte che da allora la venera e la onora con la ormai tradizionale manifestazione delle Fanove. Cento fuochi, formati da alte cataste di legno, ardono in diversi punti della città città di Castellana, dal centro abitato alla più lontana contrada, per ringraziare la Santa Patrona del miracolo che la Vergine avrebbe accordato alla cittadinanza, e cioè la liberazione dalla peste bubbonica.

La rievocazione del prodigioso evento, fortificato anno dopo anno, dalla devozione verso la Santa protettrice, è dimostrato dal forte legame della città alla Madonna della Vetrana nell’atmosfera di cordialità irradiata dal calore, dalla luce e dal tepore del fuoco che dà vita ad un’eccezionale festa dove oltre la fede, regnano la gastronomia tipica, i canti popolari e la tradizione. Caratteristiche di richiamo per un evento di paese dove cittadini e contadini sono legati alle radici che diramano sempre più sul territorio.

Colpita dalla peste la città di Castellana era ormai allo stremo quando la Madonna apparve a due sacerdoti indicando loro di ungersi con l’olio per salvarsi, così fecero e suggerirono all’intera popolazione che si salvò evitando ulteriori contagi. Per cui il fuoco e l’olio diventano entrambi elementi di purificazione e di salvezza. Da qui anche la caratteristica della festa con i rituali festivi legati al fuoco. La preparazione o meglio la raccolta della legna per le fanove avviene settimane prima, per cui il fermento della festa si vive e ‘respira’ per diversi giorni e culmina l’11 gennaio. C’è poi la diana notturna, con la questua la notte tra il 10 e l'11 gennaio quando un gruppo di fedeli, accompagnato dalla banda cittadina che esegue nenie musicali, va di frantoio in frantoio per raccogliere l'olio per alimentare la lampada votiva che sarà posta ai piedi dell'effige della Madonna per un intero anno, non mancherà la preparazione di piatti tipici poveri ma gustosi tra cui bruschette, ceci e fave arrostite. Tutto contribuisce alla realizzazione di questo importante e imponente evento che valorizza e rafforza il senso di appartenenza e di valorizzazione del patrimonio identitario.

L’iniziativa nota con “I Fanove” è stata presenta alla Regione Puglia. L’organizzazione è a cura del Comitato Feste Patronali, presieduto da Michele Guglielmi accompagnato da un giovane “fanovista”, Alessandro Leogrande, che ha spiegato le modalità di realizzazione dei tipici falò che quest’anno vantano la 328ª edizione, a dimostrazione del forte il legame con l’identità del territorio. L’evento, nel rispetto delle testimonianze storiche e della tradizione, si svolgerà la sera dell’11 gennaio 2019 a partire dalle ore 19 quando viene accesa la fanova di largo San Francesco e, con un corteo, si accendono tutte le altre, una dopo l’altra, allestite nelle strade e piazze di Castellana, per dare il via alla festa. Al centro di tutto il Comitato Feste Patronali di Castellana Grotte che, con l’Amministrazione Comunale, assume un ruolo chiave per la riscoperta e per la diffusione di questa tradizione popolare.

Castellana, conosciuta in tutto il mondo come la città delle grotte, si propone anche con questa iniziativa come attrattore culturale, oltre che turistico, in un'ottica di destagionalizzazione attraverso l'organizzazione di eventi di grande rilevanza, primo fra tutti, per l'appunto, i falò dell'11 gennaio che di anno in anno rafforzano il patrimonio immateriale della Città delle Grotte.

Si narra che due sacerdoti, don Giuseppe Gaetano Lanera e don Giosafat Pinto, pregarono incessantemente la beata Vergine della Vetrana affinché, tramite la sua intercessione, guarisse i castellanesi dalla pestilenza. La Madonna della Vetrana era già adorata a Castellana Grotte in una piccola chiesetta edificata per volontà di Adriano Acquaviva d'Aragona, Conte di Conversano, che già nel 1582 aveva avuto salvi dal vaiolo la moglie Isabella Caracciolo ed i suoi due figli. Addormentatisi, i due sacerdoti, ebbero una visione e sentirono delle voci: "Ricorrete alla Vergine della Vetrana ed edificatele la Sua Chiesa e cosi sarete liberati dalla peste". Uno dei due sacerdoti sognò che la Vergine della Vetrana avrebbe liberato Castellana dalla peste, mentre l'altro che la chiesetta costruita dal Conte di Conversano sarebbe stata ampliata e sarebbe divenuta luogo di culto dove ringraziare e celebrare lo scampato contagio ed il termine dell'epidemia. Ungendo i bubboni dei malati con l'olio del lume che ardeva perennemente accanto al quadro della Vergine i cittadini castellanesi guarirono dalla pestilenza. Così facendo, e dando fuoco a tutto ciò che era stato in contatto con il morbo, da quel 12 gennaio a Castellana più nessuno morì di peste. Tutti attribuirono subito la miracolosa intercessione della Vergine della Vetrana. Da quel giorno, benché ci fosse ancora molta gente in quarantena, confinata nei lazzaretti posti nel cordone sanitario che arrivava addirittura sino all’attuale “Contrata Cordone” ai confini con Conversano, non si registrarono altri decessi, come attestato dal diario del medico del tempo dottor Giuseppe Valerio De Consolibus.

"Quella de I Fanove per noi castellanesi – ha dichiarato il Sindaco di Castellana Grotte Francesco De Ruvo - è una celebrazione che nel corso dei suoi 328 anni di storia è diventata una tradizione popolare, oltre che religiosa, che attira tantissimi ospiti dai paesi limitrofi e molti turisti. Un momento di aggregazione irrinunciabile che visto in un’ottica turistica rappresenta per noi, e per tutti gli operatori del settore della ricettività, un attrattore turistico-culturale che punta a destagionalizzare i flussi”.

L’Amministrazione comunale, in vista di numerosi partecipanti, ha predisposto un bus navetta per accompagnare, gratuitamente, sino a piazza Leonardo da Vinci tutti i forestieri che parcheggeranno nelle due aree di sosta agli ingressi di via Polignano e via Putignano. La festa coinvolge tutta la città, ma i luoghi principali sono il Santuario Maria Santissima della Vetrana in via Alberobello e largo Porta Grande in pieno centro storico.


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