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I prodotti artigianali alimentari pugliesi sulle tavole di Natale

  • In BARI
  • gio 27 Dicembre 2018
I prodotti artigianali alimentari pugliesi sulle tavole di Natale

Resi noti alcuni importanti dati da Confartigianato su un settore in crescita

BARI - Sulle tavole delle feste natalizie, ma c’è da scommettere che lo sarà anche per quelle di fine e inizio d’anno, ha prevalso la presenza e il consumo dell’artigianato alimentare pugliese. Dai prodotti lattiero-caseari quali caciocavallo, ricotta, scamorza, burrata e mozzarella, al pane, ai distillati, agli oli, ai prodotti da pasticceria sino ai vini, sono stati tutti ben rappresentati e degustati sulle tavole e nei mercatini di Natale che hanno contribuito non poco ad un incremento delle vendite.

La Puglia, dunque, è stata ben rappresentata in cene e pranzi natalizi. Le festività legate al Natale modificano notevolmente le abitudini di spesa dei consumatori tanto che, a dicembre, il valore delle vendite al dettaglio di prodotti alimentari e bevande supera del 19,8% la media mensile annua. Si stima per dicembre una spesa delle famiglie pugliesi in prodotti alimentari e bevande pari a 914 milioni di euro.

Più in generale, in Italia si producono 299 prodotti agroalimentari di qualità a denominazione di origine e a indicazione geografica ed è il primo Paese tra quelli europei che hanno ottenuto tali riconoscimenti, davanti a Francia (248 prodotti), Spagna (195), Portogallo (139) e Grecia (107) vantando oltre un quinto (21,2%) dei prodotti censiti nei Paesi europei.

In Puglia, il settore dell’artigianato alimentare conta 6.303 imprese tra pasticcerie, panifici, pastifici, distillerie, laboratori per la lavorazione di prodotti lattiero-caseari, carni, frutta, ortaggi, pesce, oli, grassi vegetali e animali. Rappresentano il 7,1% del totale delle imprese del settore alimentare (88.961). È quanto emerso da un’indagine del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia.

In particolare, il comparto più consistente è quello che raggruppa pasticcerie, panifici e gelaterie con 3.094 imprese, pari al 49,1% del totale. Seguono i locali che vendono cibi da asporto. Ce ne sono 2.163, pari al 34,3% del dato complessivo.

Le ditte che lavorano prodotti lattiero-caseari sono 366, cioè il 5,8%, mentre i pastifici sono 296 e rappresentano il 4,7%. Le aziende che producono oli, grassi vegetali e animali sono 54, mentre quelle che fanno tè, caffè, cacao, condimenti e spezie 55. Sono 57 le distillerie e le birrerie, 39 le imprese che trasformano le granaglie, 81 quelle che lavorano frutta, ortaggi e pesce. Venti quelle che si occupano della prima fase di macellazione delle carni. Ci sono, poi, altri 78 produttori alimentari.

«I dati elaborati dal nostro Centro Studi regionale – spiega Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – confermano la grande vitalità di un settore strategico per l’economia regionale. Le nostre aziende vantano una tradizione antica nel campo alimentare, con un repertorio di specialità la cui eccellenza è riconosciuta ed invidiata in Italia e nel mondo.

È noto che il periodo natalizio rappresenta per i pugliesi un appuntamento irrinunciabile con le prelibatezze locali, al punto che, persino negli anni più duri della crisi, i nostri concittadini hanno mantenuto la tendenza ad un livello di spesa più elevato di quello medio nazionale, sintomo di un modello di acquisto che tiene in debita considerazione anche la qualità».

Da non dimenticare le ricadute occupazionali che l’artigianato alimentare è in grado di generare. In provincia di Bari si contano 2.422 imprese dell’artigianato alimentare, in quella di Brindisi 587, in quella di Foggia 1.001, in quella di Lecce 1.411 e in quella di Taranto 882. Il settore dà lavoro a 26.723 addetti pugliesi, di cui ben 22.812 sono occupati in micro e piccole imprese.


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