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Nel depuratore di Putignano si sperimenta il progetto “mangiafanghi”

  • In BARI
  • ven 16 Novembre 2018
Nel depuratore di Putignano si sperimenta il progetto “mangiafanghi”

Per depurare le acque d scarico a monte sono coinvolti Aqp e Irsa-Cnr

PUTIGNANO - Ridurre ‘a monte’ il quantitativo di fango della depurazione delle acque di scarico e semplificare lo schema di trattamento è lo scopo di una sperimentazione tecnologica ed innovativa metodica che l’Acquedotto Pugliese (Aqp) sta testando nell’impianto di Putignano.

Grazie al progetto chiamato non a caso “Mangiafanghi”, la depurazione delle acque di scarico, con relativo stoccaggio e smaltimento dei fanghi, potrebbe presto essere più facile con l’idea sviluppata dall’Irsa-Cnr e noto con la sigla SBBGR (Sequencing Batch Biofilter Granular Reactor).

La nuova tecnologia è stata illustrata nel corso di un incontro - a cui hanno partecipato il presidente di Aqp, Simeone di Cagno Abbrescia, l’amministratore delegato, Nicola De Sanctis, ed il direttore facente funzione del Cnr-Irsa Vito Felice Uricchio - organizzato presso il depuratore a servizio dell’agglomerato di Putignano dove Acquedotto Pugliese, a partire dal 2016, ha messo a disposizione strutture, impianti e supporto logistico per sviluppare una fase di sperimentazione.

Si tratta di una sofisticata ed inedita metodica di intervento, per il quale un unico bacino è in grado di sostituire l’intera linea acque del depuratore (la sedimentazione primaria e quella secondaria non sono più richieste) e parte della linea fanghi (lo stadio di digestione anaerobica/aerobica non è più necessario, in quanto il bassissimo quantitativo di fango prodotto risulta già stabilizzato).

Il sistema funziona grazie ad un tipo di biomassa (biofilm e granuli di microorganismi ad elevata densità, confinati in un mezzo poroso plastico che occupa una parte del volume del bacino), che si sviluppa grazie alle particolari condizioni operative utilizzate e che rendono il sistema unico nel suo genere. Tale caratteristica consente di raggiungere elevate quantità del fango e, quindi, di ridurne la produzione fino all’80%.

Finanziato nel bando dei cluster tecnologici della Regione Puglia, il progetto Mangiafanghi vede la sinergia tra Cisa spa (capofila), Istituto di Ricerca sulle Acque (Irsa-Cnr), Lenviros srl, Socrate srl, Ad. Eng. srl) ed è strutturato in 3 Obiettivi Realizzativi (OR), ciascuno rivolto al raggiungimento di specifiche finalità, come ha avuto modo chiarire il dottor Claudio Di Iaconi, responsabile della realizzazione, per il Cnr Irsa. Il primo obiettivo è stato quello di sviluppare ed ottimizzare le metodologie per la valutazione della soluzione innovativa proposta (SBBGR). Quindi la seconda fase con la realizzazione di un impianto, con una potenzialità di 3500 Abitanti Equivalenti per trattare i reflui grezzi (che hanno subito la sola grigliatura e dissabbiatura) dell’agglomerato di Putignano. L’impianto è stato realizzato convertendo una vasca a fanghi attivi del comparto biologico (con un volume di circa 700 m3) del depuratore di Putignano. In questo è stato simulato lo scenario (molto frequente) di riconversione di impianti esistenti in sistemi SBBGR.

Il terzo obiettivo è incentrato sulla valutazione della sostenibilità ambientale della soluzione innovativa proposta, anche in confronto a quella convenzionalmente utilizzata, mediante lo studio del ciclo di vita.


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