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Centro Risvegli, il via ufficiale ai lavori del presidente Emiliano

  • In BARI
  • ven 09 Novembre 2018
Centro Risvegli, il via ufficiale ai lavori del presidente Emiliano

Sarà istituito nell’ex ospedale Fallacara di Triggiano e prevede 50 posti letto

TRIGGIANO - L’ospedale Fallacara di Triggiano sarà presto trasformato in un Centro Risvegli. L’annuncio è stato dato, con lo scoprimento del cartellone dei lavori, dal presidente della Regione Puglia Michele Emiliano che, insieme con il direttore generale della Asl di Bari Antonio Sanguedolce, ha partecipato ieri mattina alla cerimonia per l’avvio dei lavori di riconversione della struttura sanitaria.

“L’ospedale Fallacara di Triggiano – ha affermato Emiliano - è stato un ospedale prestigioso che ha svolto negli anni un ruolo molto importante nell'area metropolitana di Bari. Oggi viene ridestinato ad una funzione importantissima che è quella del Centro Risvegli, un luogo nel quale è possibile seguire i pazienti cronici che sono in una situazione di coma e che non hanno altri luoghi dove essere seguiti”. Offrirà quindi un servizio per i pazienti e per le famiglie di tutta l'area metropolitana, per lungodegenze e dovrà consentire alle famiglie di poter proseguire la relazione affettiva con coloro che sono in uno stato di coma vegetativo.

L’augurio è che i lavori si concludano in maniera rapida per restituire la struttura alla comunità, seppur in una nuova veste ed un compito del tutto diverso. Con il piano di riordino l’ex ospedale ha ora nuovi obiettivi ed una nuova missione “altrettanto importante per la comunità e soprattutto per i pazienti” ha detto ancora Emiliano.

Il Centro Risvegli di Triggiano non produrrà solo assistenza ma farà anche ricerca, come annunciato dal direttore generale della Asl Bari, Antonio Sanguedolce. Lo stesso ha ricordato che per la progettazione di tale realizzazione sono stati utilizzati Fondi Fesr dell’Ue.

Cinquanta i posti letto previsti, con stanze per l’intensivo per coloro che provengono dalla rianimazione e stanze per assistenza estensiva e per assistenza semiresidenziale. Il Centro sarà organizzato su una superficie complessiva di circa 2700 metri quadrati distribuiti tra padiglione moderno e ala monumentale e sarà dotato di: Unità di Riabilitazione post-acuta intensiva per GCA (URI_GCA) organizzata in un modulo da 10 posti letto in regime residenziale; Unità di Riabilitazione post-acuta Estensiva per GCA (URE_GCA) in regime residenziale organizzata in un modulo da 10 posti letto in camere singole; Unità di Riabilitazione Estensiva per GCA (URE_GCA) in regime semi-residenziale per un totale di 10 posti letto; e speciali Unità di Accoglienza Permanente per GCA (SUAP_GCA) con 15 posti letto in camere singole. Sono inoltre previsti alloggi per familiari e personale delle associazioni di volontariato.

L’idea complessiva è quella di realizzare una struttura in cui le famiglie siano aiutate a ricostruire un contesto umano molto simile alla normale vita precedente l’incidente del proprio caro; un centro in cui pazienti e familiari possano ritrovare una nuova casa, anche se per un tempo determinato.

I lavori dureranno, questa la previsione, circa 140 giorni, poco meno di cinque mesi, dalla data di consegna dei lavori, a cui seguiranno i collaudi tecnici ed amministrativi, dall’ultimazione delle opere, che richiederanno circa 6 mesi di tempo.

Dal punto di vista dell’offerta sanitaria, il centro si inserisce in un particolare segmento del percorso di assistenza ospedaliera che è propedeutico alla domiciliazione; in tal senso, rappresenta un ideale ‘ponte’ tra l’ospedale e l’abitazione della persona assistita, che da un lato permette il prosieguo della terapia per il paziente in coma e dall’altro consente ai familiari di maturare un senso all’esperienza vissuta e parallelamente di comprendere le appropriate modalità di cura di cui la persona colpita dal trauma avrà bisogno una volta tornata a casa propria.

Il Centro Risvegli, è un ulteriore anello indispensabile nella catena assistenziale per gli esiti gravi di coma in quanto struttura sanitaria ad elevata intensità assistenziale per soggetti con stato vegetativo o post vegetativo gravemente disabili e completamente non autosufficienti, non assistibili a domicilio e richiedenti trattamenti riabilitativi continuativi. Questo luogo vuole anche essere un centro di ricerca per lo sviluppo delle procedure cliniche, assistenziali, terapeutiche e valutative per il paziente vegetativo e immediatamente post vegetativo.

Il Centro Risvegli di Triggiano si configura come un segmento specializzato di un percorso di assistenza alla grave cerebrolesione nella Provincia di Bari che interessa tutti coloro che necessitano di percorsi ospedalieri protratti e complessi. La complessa relazione fra organizzazione dei luoghi, del tempo e delle figure di assistenza permette di sostenere una flessibilità di linee riabilitative e una ecologia sociale della struttura che non potrebbero trovare collocazione nell’ambito di una struttura tradizionalmente ospedaliera. Il modello proposto si allontana pertanto dal modello ospedaliero tradizionale procedendo verso nuove soluzioni fortemente umanizzate e idonee per lunghe permanenze.

Tra gli obiettivi ci sono quelli di ridurre i ricoveri impropri nelle U.O. di Rianimazione e Terapia Intensiva ovvero nelle U.O. degenziali; concretizzare percorsi riabilitativi definiti con una offerta assistenziale specifica; garantire un adeguato livello di osservazione, cura e riabilitazione del paziente, ma anche di aiuto alle famiglie nella fase post-acuta riabilitativa; favorire l’integrazione fra la struttura sanitaria e associazioni di volontariato nei processi di assistenza, riabilitazione e ricerca; sperimentare modelli terapeutici basati su metodologie anche non tradizionalmente ospedaliere per permanenze prolungate; garantire tutti i livelli assistenziali necessari ad assicurare l’intero percorso riabilitativo dei soggetti colpiti da CGA; assicurare trattamenti riabilitativi intensivi continuativi in fase post-acuta, nell’ambito di un percorso integrato di assistenza e riabilitazione e consolidare i risultati raggiunti; migliorare la qualità di vita del paziente e dei familiari in relazione ai bisogni fisici, psicologici e sociali legati ad attività assistenziali intense; ridurre la spesa di cui deve farsi carico il S.S.N. per le cure in centri specializzati privati e/o all’estero.


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