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Tornata in Puglia la mostra fotografica multimediale sull’Appia

Tornata in Puglia la mostra fotografica multimediale sull’Appia

Era già stata proposta a Taranto ed altre città italiane, dopo l’anteprima a Roma

BRINDISI - Inaugurata il 14 luglio scorso, si intitola “L’Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi” la mostra fotografica documentaria multimediale con una prestigiosa raccolta di scatti di Paolo Rumiz e compagni ed allestita nel Nuovo Teatro Verdi, a Brindisi.

L’esposizione, dopo la prima tappa a Roma (nell’ambito del Festival della Letteratura di Viaggio), a Santa Maria Capua Vetere (mostra promossa dalla Regione Campania), a Taranto, Benevento e Melfi (mostre promosse dal Servizio II - Segretariato Generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nell’ambito del progetto “Appia Regina Viarum”), torna nuovamente in Puglia.

Prodotta nel 2016 dalla Società Geografica Italiana, riscopre e racconta la prima grande via europea, che si sviluppa da Roma a Brindisi, percorsa a piedi nell’estate 2015 da Paolo Rumiz, Riccardo Carnovalini, Alessandro Scillitani e Irene Zambon. Allestita nel foyer del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, resterà aperta al pubblico fino al 28 ottobre 2018. La mostra di Brindisi è promossa dalla Regione Puglia - Assessorato Industria Turistica e Culturale, Gestione e Valorizzazione dei Beni Culturali e prodotta dalla Società Geografica Italiana, in collaborazione con il Polo Biblio Museale di Brindisi e la Fondazione Nuovo Teatro Verdi. Ha inoltre ottenuto il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e del Comune di Brindisi.

L’esposizione raccoglie immagini del viaggio intrapreso da Rumiz e compagni nel 2015, conclusosi il 13 giugno di tre anni fa dopo aver percorso 611 chilometri, in 29 giorni di cammino per circa un milione di passi, il tutto con l’idea di tracciare finalmente il percorso integrale della madre di tutte le vie, dimenticata in secoli di dilapidazione, incuria e ignoranza. L’Appia.

Ora sono essi stessi a raccontare un’avventura che definiscono «magnifica e terribile, terrena e visionaria, vissuta attraverso meraviglie ma anche devastazioni, sbattendo talvolta il naso contro l’indifferenza di un Paese cinico e prono ai poteri forti, ma capace di grandi slanci ospitali e di straordinari atti di resistenza “partigiana” contro lo sfacelo […] È compito di ciascuno di noi, come cittadini - spiegano - restituire alla Res Publica questo bene scandalosamente abbandonato, ma ancora capace dopo ventitré secoli di riconnettere il Sud al resto del Paese e di indicare all’Italia il suo ruolo mediterraneo. Appia è anche un marchio, un ‘brand’ di formidabile richiamo internazionale. Un portale di meraviglie nascoste decisamente più vario e di gran lunga più antico del Cammino di Santiago».

La mostra accompagna sui Colli Albani, sotto i Monti Lepini con le fortezze preromane sugli strapiombi, lungo i boscosi Ausoni che hanno dato all’Italia il nome antico e ai piedi dei cavernosi Aurunci dalle spettacolari fioriture a picco sul mare. Ci guida nella Campania Felix, sui monti del Lupo e del Picchio e gli altri della costellazione sannitica, nell’Italia dimenticata degli Osci, degli Enotri e degli Japigi fino all’Apulia della grande sete. In questo itinerario, Paolo Rumiz e compagni non sono stati soli, ma hanno avuto altri compagni d’avventura, da citare in ordine di chilometri percorsi: Marco Ciriello, Sandra Lo Pilato, Michaela Molinari, Mari Moratti, Barsanofio Chiedi, Settimo Cecconi, Giulio e Giuseppe Cederna, Giovanni Iudicone, Franco Perrozzi, Cataldo Popolla, Andrea Goltara e Giuseppe Dodaro, con la partecipazione straordinaria di Vinicio Capossela.

La mostra consente di rivivere questa affascinante riscoperta attraverso le fotografie di Riccardo Carnovalini integrate da un reportage di Antonio Politano realizzato per il National Geographic Italia e da istantanee estratte dai filmati “on the road” di Alessandro Scillitani. Nel percorso espositivo, curato da Irene Zambon, con testi e didascalie di Paolo Rumiz, anche alcune immagini dei viaggi di Luigi Ottani sui confini dei migranti e dei sopralluoghi di Sante Cutecchia sulla Regina Viarum, oltre ai filmati di Alessandro Scillitani e le musiche e le installazioni audio di Alfredo Lacosegliaz. Completano il percorso un apparato cartografico curato da Riccardo Carnovalini e Cesare Tarabocchia e il materiale documentario conservato negli Archivi della Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma - Capo di Bove e della Società Geografica Italiana, come fotografie, cartoline d’epoca, mappe antiche e moderne.

L’inaugurazione della mostra sarà l’occasione per lanciare un nuovo circuito turistico culturale del centro storico della città di Brindisi - con la realizzazione di una brochure dedicata in doppia lingua - allo scopo di mettere a sistema e promuovere alcuni tra i più importanti beni archeologici presenti in quest’area: oltre alla mostra “L’Appia ritrovata” presso il Nuovo Teatro Verdi, il circuito avrà come tappe l’area archeologica S. Pietro degli Schiavoni (conservata al di sotto del Teatro), la Sala della Colonna di Palazzo Granafei Nervegna, il Museo Archeologico Francesco Ribezzo e le Colonne Romane in Via delle Colonne.


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