SELECT * FROM conf_articoli WHERE non_visualizzare=0 and id=7021 ORDER BY ordine DESC, id DESC

La Festa della Repubblica italiana nel centro immigrati “Casa Sankara”

  • In FOGGIA
  • lun 04 Giugno 2018
La Festa della Repubblica italiana nel centro immigrati “Casa Sankara”

Dopo il Gran ghetto, l’azienda agricola “Fortore” dedicata a Stefano Fumarulo

SAN SEVERO - Il giorno dedicato alla Festa della Repubblica, il 2 giugno scorso, a San Severo è stato un giornale più che particolare poiché ha visto la partecipazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ad un’iniziativa dedicata agli immigrati in “Casa Sankara”, simbolo della liberazione dallo sfruttamento del lavoro.

“Casa Sankara” è il centro di San Severo esempio di integrazione sociale e di accoglienza per cittadini e lavoratori stranieri. Ed è qui che la Regione ha scelto di festeggiare la festa nazionale italiana. Luogo abbandonato come azienda agricola, è stato rimesso in piedi da una serie di lavoratori della terra che sono stati sottratti ai caporali e quindi allo sfruttamento. Con la forza delle loro mani hanno iniziato a lavorare ed a produrre, riconquistando la libertà e facendo in modo che questa venisse garantita a moltissime persone.

La nascita di “Casa Sankara”, come ricordato da Emiliano “è stata di un nostro amico, di un nostro collaboratore, di un dirigente molto importante della Regione Puglia che si chiamava Stefano Fumarulo”. Ed è per questo motivo che l’azienda agricola è stata dedicata proprio a Stefano Fumarulo, prematuramente scomparso.

L’evento si è svolto a San Severo, presso l’azienda agricola regionale “Fortore” - Casa Sankara con la giornata di dibattito “La Puglia per una inclusione di qualità”, a cura della Regione Puglia. Ed è stata una giornata intensa per un confronto diretto tra le associazioni e le istituzioni che lavorano sul territorio sul tema dell’accoglienza non più solo come emergenza, ma come integrazione culturale e sociale nel territorio. A seguire il dibattito su “Azienda agricola regionale Fortore: criticità e buone pratiche per proseguire il percorso di crescita” e su “La Puglia per una inclusione di qualità” con il saluto del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e dell’Ambasciatore a Roma della Repubblica del Senegal, Mamadou Saliou Diouf. In ricordo di Stefano Fumarulo è stato anche piantumato un albero nel “Giardino della Dignità”.

Vale la pena ricordare che il progetto “Azienda Agricola Fortore – Associazione Ghetto out Casa Sankara” è stato previsto con delibera di giunta regionale n.596 del 26 aprile 2016, con la quale la Regione Puglia ha provveduto all’affidamento della gestione temporanea dell’Azienda agricola di proprietà regionale “Fortore” (comprensiva di 20 ettari di terra) all’Associazione di immigrati “Ghetto Out – Casa Sankara”, al fine di sperimentare nuove pratiche di inclusione socio-lavorativa e per far fronte all’emergenza abitativa dei lavoratori migranti della Capitanata. Il progetto in questione assume una valenza molto particolare perché viene portato avanti in un territorio dove, indubbiamente, molteplici e problematiche sono le dinamiche legate all’immigrazione.

Oggi l’azienda agricola “Fortore”, attraverso il lavoro svolto dall’associazione “Ghetto out –Casa Sankara” e la “Cooperativa Africa Di Vittorio”, nonché grazie al supporto diretto da parte della Regione Puglia, incarna appieno il concetto di speranza. Il Fortore, ormai, rappresenta un simbolo nazionale nella lotta di contrasto al caporalato e nel processo di autodeterminazione dei lavoratori migranti stagionali.

Sono 300 i lavoratori migranti fuoriusciti dal Gran ghetto nel marzo 2017 ed affidati alla Regione Puglia ed agli operatori di Casa Sankara e della Cooperativa Di Vittorio. Il progetto sperimentale da allora si pone diverse ed articolate finalità. Tra queste, l’istituzione di campi dimostrativi capaci di promuovere un’agricoltura a basso impatto ambientale ma ad alto impatto sociale, come l’agricoltura biologica e integrata. Sono previste, ancora, diverse azioni progettuali mirate al recupero della biodiversità. Attraverso, ad esempio, l’introduzione e valorizzazione di specie o varietà ormai poco coltivate, poiché considerate poco remunerative, ma che presentano, comunque, un loro “mercato di nicchia” e un valore ambientale-culturale da recuperare.

L’Azienda agricola “Fortore”, quindi, rappresenta a tutti gli effetti un modello sperimentale dove è possibile portare avanti un percorso di legalità legato al lavoro stagionale in agricoltura, attraverso il quale realizzare una filiera “regolare” fuori dalle dinamiche criminali che contraddistinguono il ‘caporalato’.

Il Fortore attualmente ospita circa 200 persone, tra queste vi sono anche alcune famiglie con bimbi (regolarmente iscritti nelle scuole), che provengono dalla difficile ‘esperienza di vita’ consumata all’interno del Gran Ghetto, dove vivevano in condizioni disumane per essere pagati pochi euro al giorno.


Articoli più letti