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La Tma per l'autismo nata dalla ricerca di un pugliese e un napoletano

La Tma per l'autismo nata dalla ricerca di un pugliese e un napoletano
Gli ideatori della Tma, da sinistra i dottori Giovanni Caputo e Giovanni Ippolito

Il metodo è degli psicologi Giovanni Ippolito, di Foggia, e Giovanni Caputo, di Napoli

FOGGIA - Chiedete ad una mamma o ad un papà con un figlio affetto da autismo qual è la difficoltà più grande da dover accettare nei confronti di questa patologia. Sicuramente vi risponderà l’assenza di abbracci e del potersi guardar negli occhi. Ebbene entrambi questi disagi, insieme con altri, sono superabili grazie ad un metodo, riconosciuto di recente anche scientificamente, e nato a Foggia o meglio da uno psicologo e psicoterapeuta foggiano ed un collega di Napoli. I disturbi dello spettro autistico, malattia ancora sconosciuta, si manifestano, tra l’altro, con difficoltà di comunicazione verbale e fisica. Sintomi di una patologia dalla quale non si può guarire ma ci sono tecniche e metodi terapeutici che possono far migliorare le difficoltà di chi è affetto da disturbi del comportamento. A queste di recente si è aggiunto uno studio tutto italiano con una particolare innovazione: l’acqua. I risultati positivi, importanti ed immediati sia nei bambini che nei ragazzi persino di 25-30 anni, sono raggiunti già da 27 anni. E’ un metodo tutto italiano, unico al mondo e che porta in sé anche una parte di Puglia.

“Non abbiamo inventato teorie nuove ma applicato, in un ambiente diverso, delle teorie già riconosciute dalla scienza, in un testing non tradizionale, mai pensato prima, ovvero l’acqua”. Ad affermarlo con grande umiltà, a Puglia positiva, è il dottor Giovanni Ippolito, di Foggia, psicologo e psicoterapeuta anche della Polizia di Stato, con indirizzo sistemico-relazionale, che con il collega dottor Giovanni Caputo, di Napoli, psicologo e psicoterapeuta con indirizzo cognitivo-comportamentale, ha dato vita alla Tma, la Terapia multisistemica in acqua. Il metodo Caputo-Ippolito solo di recente, ma con grande soddisfazione ed orgoglio dei due professionisti, è stato riconosciuto scientificamente con la pubblicazione sulla rivista specializzata americana “Journal of autism and development disorders" in cui si attestano efficienza e i benefici.

Tutto è iniziato nel 1991 quando, studente di Psicologia a Roma ed appassionato nuotatore, Giovanni Ippolito ha iniziato a dare lezioni di nuoto come istruttore e, a seguito di un corso di formazione specifico per disabili, gli è stato affidato un bambino autistico. “Mi sono reso conto da subito che - racconta il dottor Ippolito - mentre fuori dall’acqua avevo grosse difficoltà ad interagire con il bambino, in quanto abbastanza assente ed un po’ irritante, in piscina riuscivo a coinvolgerlo attraverso giochi relazionali. Più riuscivo a giocare con lui in piscina, più riuscivo ad entrare nel suo mondo emotivo e più riuscivo a farlo divertire e più mi guardava, migliorava la sua capacità relazionale. Ho quindi capito che potevo sfruttare l’acqua per raggiungere obiettivi che andavano oltre l’insegnamento del nuoto e che riguardavano proprio la relazione. All’epoca la patologia era meno conosciuta di oggi, tanto che si pensava che gli autistici in qualche modo rifiutassero le relazioni. Invece si è poi scoperto che sono soggetti che non possono comunicare perché non hanno gli strumenti per farlo, hanno difficoltà oggettive legate a malfunzionamenti organici. Non è quindi assolutamente vero che non vogliono comunicare”.

Gli sforzi del futuro psicologo sono stati da subito indirizzati nel cercare di relazionarsi con il bambino ed i risultati non si sono fatti attendere. Ha capito che il bambino lo cercava quando era in difficoltà. Senza imporgli nulla, questo bisogno dettato dall'istinto, sorgeva in maniera spontanea e faceva acquistare, giorno dopo giorno, fiducia in sé stesso e negli altri. Da lì ha continuato a seguire corsi per formarsi ed informarsi per cercare di “applicare gli studi fatti alle osservazioni di queste esperienze pratiche. In quel momento ero solo a fare tutto questo, condividevo tutto questo con associazioni di genitori di bambini autistici”. Erano proprio i genitori a notare i miglioramenti. “Nel giro di una settimana mi sono ritrovato con una trentina di bambini da dover seguire in maniera individuale. Ma era tutto molto sperimentale. I genitori mi hanno da subito manifestato la difficoltà di trovare attività sportive adatte ai loro figli, per mancanza di personale specializzato. Sono stati contenti di far partecipare i figli ai corsi di nuoto individuali. Mi raccontavano che già dopo pochi giorni, i bambini si facevano abbracciare di più, così come accarezzare e baciare e che erano più tranquilli. Ho dato loro un’opportunità che nessuno offriva loro, quello di far fare un’attività sportiva”.

Il dottor Ippolito, molto modesto nel raccontare questa storia, ha però donato letteralmente nuova vita ad interi nuclei familiari. Nel suo studio personale per conoscere sempre meglio ed in maniera approfondita la patologia ed il ‘mondo’ dell’autismo, per capire soprattutto quale tipo di approccio adottare in acqua, si è ritrovato a Napoli dove ha conosciuto il dottor Caputo. Si sono confrontati sulle esperienze e capito che stavano osservando esattamente le stesse cose. Si sono scambiati una serie di informazioni frutto delle personali esperienze ed, insieme, intuito come applicare i modelli teorici e diventare ‘base sicura’ per il bambino e un ‘genitore’ terzo per far fare loro esperienza nella relazione.

La prima fase è quella emotivo-relazionale, quella che si basa sulla conoscenza e l’osservazione delle ‘risposte’ del bambino ad una situazione nuova ed inaspettata “come ad esempio cercare istintivamente l’altro, la ‘base sicura’, se non si sente sicuro o si stanca”. Subito dopo viene la fase senso-natatoria. Una volta raggiunti i risultati relazionali, tutti i bambini imparano a nuotare, ma persino ad andare sott’acqua ed a tuffarsi. Segue la fase di integrazione sociale. Il tutto prevede un team ben formato di operatori coordinati e seguiti da uno specialista psicologo-psicoterapeuta.

In pratica nell’acqua i bambini autistici e tutti quelli che hanno problemi nel comportamento, nella motricità, nella coordinazione ed adattamento all’ambiente, e sono iperattivi, aggressivi, hanno problemi di comunicazione, relazione, trovano giovamento con questa terapia. Spesso l’attività degli operatori del metodo Caputo-Ippolito non si ferma alla piscina. Gli operatori, operatori a 360°, si recano anche a domicilio per meglio capire le difficoltà e le problematiche di ogni singolo paziente. Così riescono a capire dove e come poter intervenire. La Tma consente di raggiungere traguardi impensabili sino a qualche tempo fa, come ad esempio quello di far comprendere di partecipare ad una gara, in maniera attiva e di riuscire a portarla a termine. Traguardi che vanno ben oltre una medaglia o un titolo e che l’Asd Tma Group ha conquistato per quattro anni di seguito con il titolo di campioni italiani di nuoto per disabilità psichica. Il gruppo, che raccoglie piccoli campioni di diverse città italiane, qualche settimana fa, ha pure ottenuto il titolo di campioni italiani di Fisdir (Federazione italiana sport disabilità intellettivo relazionali).

Il 24 ed il 25 marzo scorsi si è invece tenuto, in varie città d’Italia, fra cui Foggia (terza edizione) e Brindisi (prima volta), “Ab-bracciata collettiva” un evento aperto a tutti bambini non solo autistici e che frequentano questi particolari corsi, poiché finalità di questa manifestazione è far conoscere i progressi di questi ragazzi speciali e di come il ‘loro’ mondo cambia notevolmente in acqua. Tant’è che molti hanno invitato i compagni di classe a partecipare per l’integrazione possibile, nuotando e giocando insieme in piscina ed a divertirsi tutti, spettatori adulti compresi, per dimostrare di stare vicino a questi ragazzi ed alle famiglie e far sentire l’abbraccio comune.

Che la Tma sia una terapia valida lo hanno capito da subito pazienti e genitori che hanno dato fiducia ai dottori Ippolito e Caputo, per loro non era necessario il riconoscimento scientifico. Tant’è che già 150 piscine in tutta Italia hanno adottato questo metodo e presto lo sarà anche oltre i confini del Bel Paese. Quindici i centri sportivi della Puglia presenti a Bari, Giovinazzo, Gravina di Puglia, Barletta, Brindisi, Cellino San Marco, Fasano, Foggia, Cerignola, Manfredonia, San Giovanni Rotondo, San Severo, Lecce, Maglie e Taranto (l’elenco completo con indirizzi e riferimenti è pubblicato sul sito della Tma).

Per chi volesse avere una prima idea dei risultati possibili, può vedere lo spot realizzato con bambini autistici e che dimostrano quanto questo metodo sia valido e nel quale è chiara l'eccezionalità della terapia. Ulteriori informazioni, come i corsi per diventare operatori di Tma ed eventi sono pubblicati sul sito web.

Una storia eccezionale questa e che vede protagonista un pugliese, con qualcosa in più rispetto ad altri terapisti, che lo rende ancor più singolare. Oltre ad un gran cuore, una immensa umanità ed un’attenzione verso i bambini ed i giovani più sfortunati, è un poliziotto. Un agente che, non solo in divisa, è lo speciale ‘angelo’ dei bambini sulla terra.

Anna Caiati


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