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Nel Castello il Museo della Città e del Territorio

  • In LECCE
  • gio 22 Marzo 2018
Nel Castello il Museo della Città e del Territorio
NARDO' Il Castello (foto tratta dal sito www.comune.nardo.le.it)

L’apertura in occasione delle Giornate del Fai di Primavera, visitabile insieme con la chiesa di Santa Teresa

NARDO' - Il Castello Acquaviva d’Aragona, a Nardò, dà il benvenuto all’ultimo ospite arrivato: Il Museo della Città e del Territorio che sarà aperto al pubblico il 24 marzo prossimo in occasione delle Giornate Fai di Primavera. La rete museale della città di Nardò, dunque, si allarga con un nuovo museo ospitato nelle sale del piano ammezzato del Castello.

Il Museo è nato nel solco di Enrico Guidoni, il compianto docente di Storia dell’Urbanistica alla Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma, che negli anni Novanta teorizzò la necessità che ogni città italiana dovesse avere un suo museo “della città e del territorio” in grado di ripercorrere la storia della città e delle sue ricchezze storiche, artistiche, architettoniche. E Nardò con le sue tradizioni, la sua storia e le sue caratteristiche territoriali non poteva farne a meno. Il Museo della Città e del Territorio di Nardò avrà il ruolo di fulcro del sistema dei contenitori museali e degli attrattori della città: Museo della Preistoria di Nardò, con la mostra permanente “Viviamo in un incantesimo” dedicata a Vittorio Bodini, Museo della Memoria e dell’Accoglienza, Museo del Mare Antico, Museo della Civiltà Contadina, Museo Archeologico dei Ragazzi, Museo Diocesano e Acquario del Salento. Avrà la capacità di ‘indirizzare’ verso gli altri siti e quindi verso l’approfondimento di tematiche specifiche legate alla storia e al contesto ambientale di Nardò, cioè l’archeologia, il mare, le testimonianze storiche, le tradizioni, il filone religioso, la cultura. Il Castello ed in particolare il piano ammezzato, cuore dell’antico fortilizio e anche la parte più antica di epoca angioina poi ricostruita nel Rinascimento dalla famiglia Acquaviva-Aragona, è stato oggetto di un intervento di restauro finanziato con risorse del Poin (Programma Operativo Interregionale) per il recupero di “Attrattori culturali, naturali e turismo” da destinare a contenitori culturali. Un passaggio cruciale che coincide con la forte volontà dell’Amministrazione comunale di svuotare gradualmente il Castello dagli uffici comunali e di riconvertirlo proprio a contenitore culturale, come in parte è già avvenuto.

Il Museo della città e del Territorio, di fatto, è un percorso sulla storia di Nardò dal periodo romano sino all’età contemporanea attraverso quattro sale allestite con pannelli descrittivi, reperti, dipinti e statue, tutti di proprietà del Comune di Nardò. Il ‘racconto’ parte proprio dalle tracce del periodo romano e dal reperto costituito da un frammento di statua raffigurante probabilmente Livia Augusta e prosegue (anche attraverso una epigrafe di Porta Viridaria) con la Nardò medievale, cioè le origini della città attorno all’Abbazia di Santa Maria di Nerito, la Nardò di Federico II, la leggenda del Crocifisso Nero, l’era angioina. C’è poi una “finestra” dedicata alla Nardò Rinascimentale, con gli Orsini-Del Balzo e gli Acquaviva-Aragona, e una dedicata al periodo seicentesco con la vicenda del Guercio di Puglia. Non manca una tappa nelle stupende tracce barocche della città e una nell’epoca illuminista con Antonio Sanfelice e Giovan Bernardino Tafuri. I preziosi dipinti del Museo sono quelli di Ferdinando Sanfelice, che raffigura il fratello vescovo Antonio Sanfelice, o di autore anonimo che raffigurano Sant’Antonio da Padova, San Gregorio Armeno, la Beata Vergine dell’Incoronata (con San Michele Arcangelo e il Toro, simbolo civico). L’ultima sala del Museo è dedicata all’arte contemporanea con i lavori di Ercole Pignatelli e con la statua “Il rimorso” di Michele Gaballo.

L’allestimento è stato curato dall’architetto Giancarlo De Pascalis, la gestione dello stesso è stata affidata in modalità gratuita e temporanea ad Archeoclub Terra d’Arneo. L’apertura al pubblico è fissata per sabato 24 marzo alle ore 9:30, in coincidenza dell’avvio delle visite al Castello per le Giornate Fai di Primavera (che a Nardò consentiranno anche la visita della chiesa di Santa Teresa). Il Museo resterà aperto per tutto il periodo primaverile nelle giornate di mercoledì e venerdì, dalle ore 10 alle 12, e nelle giornate di lunedì e giovedì, dalle ore 17 alle 20. L’amministrazione comunale è al lavoro per un affidamento stabile a partire dalla prossima estate.


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