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Una mostra per ricordare lo scultore Salvatore Basile

Una mostra per ricordare lo scultore Salvatore Basile

A cinquant’anni dalla morte, l’esposizione di opere custodite dalla famiglia

MARTINA FRANCA - Il 18 febbraio 1967 moriva, all’età di 57 anni, lo scultore martinese Salvatore Basile. Per ricordare l’illustre cittadino, a cinquant’anni dalla sua scomparsa, il Comune di Martina Franca ha inaugurato, lo scorso 17 febbraio, nel Palazzo Ducale nelle sale del Piano Nobile la mostra“Salvatore Basile -Ritratto d’Artista”. La città lo ricorda non solo per essere nato a Martina, anche dove visse dopo i trasferimenti dovuti al lavoro di docente di arte.

La città in più occasioni ha sempre dimostrato l’affetto, il ricordo ed il riconoscimento verso Salvatore Basile tanto che nel 1986 gli è stata intitolata anche una strada, e nello stesso anno, a vent’anni dopo la morte, fu organizzata, sempre a Martina Franca, una grande mostra dalla Galleria “ La Pietra” a Martina nel 1986, e negli anni scorsi è stata anche istituita una borsa di studio alla sua memoria e l’associazione culturale “ Salvatore Basile” ha organizzato diverse iniziative nelle scuole di Martina, ricordandone il profilo artistico.

Ora una nuova mostra con le opere, custodite dalla famiglia e messe a disposizione per questo particolare evento soprattutto dalla figlia Lucia Basile, saranno visitabili fino al 15 marzo.

Salvatore Basile era figlio di una famiglia della media borghesia, superate la difficile infanzia e la fase adolescenziale proseguì, nel tormentato periodo della guerra, i suoi studi a Roma e all’Accademia di Belle Arti di Firenze, superando il concorso per docente di Disegno e di Storia dell’Arte. Fu anche, per un brevissimo periodo, presente nel Comitato di Liberazione nazionale di Martina tra il 1944-45. Gu un docente d’arte molto apprezzato, disegnatore, grafico, pittore e scultore. Come educatore lasciò una grande impronta nell’animo dei giovani che, ancora oggi, lo ricordano con affetto e stima. Nella città natale lavorò ai suoi capolavori fino al 1967, anno in cui si concluse, al termine della vita, la sua lunga e prolifica attività artistica. Egli lavorò a Palermo, Taranto ed, infine, a Martina Franca.

Le sue creazioni incontrarono quasi subito il plauso della critica ed il successo fra il pubblico, soprattutto negli anni della guerra e del dopo guerra (1940-1950), quando ottenne prestigiosi apprezzamenti e validi riconoscimenti nelle prestigiose esposizioni di Parigi, Firenze, Roma, Lecce, Taranto e nella città natale.

Entrò in contatto con personalità del mondo dell’arte, dell’architettura e della musica come Walter Lazzaro, Giacomo Manzù, Renato Guttuso, Pericle Fanizzi, Tito Schipa e con il mondo universitario e della ricerca. Determinante per la sua ispirazione artistica fu l’architetto Giovanni Michelucci. Diversi furono i committenti privati, pubblici ed ecclesiastici per le sue opere, esposte in mostra in diverse città tra cui Parigi, Lecce, Martina Franca, Taranto, Firenze e Roma.

Numerosi i “ ferri battuti” che hanno fatto di Salvatore Basile il prosecutore di un’antica arte, che a Martina annovera grandi artigiani. Famoso un bronzo del 1964 di Basile dedicato all’illustre maestro Angelo Raffaele Chiarelli ( 1852-1926), padre di Giuseppe Chiarelli, già presidente della Corte Costituzionale tra il 1971-73.

Di pregio è anche il volto dello storico di Martina Giuseppe Grassi (1881-1953), in mostra all’ingresso delle sale d’Avalos di Palazzo Ducale. Furono frequenti le relazioni con Giulio Carlo Argan e Piero Bargellini. Per Bargellini le opere di Basile erano pezzi unici “perché non ripete motivi correnti o di maniera, non ricalca schemi stilistici o modelli scolastici” così come diceva che “L'arte di Salvatore Basile è varia, perché obbedisce, via via, alle ispirazioni non ai capricci dell'artefice, che se ha una sola anima, ha però vari modi per esprimere i suoi sentimenti, or mistici, or mondani, or dolenti e ora ironici. In ogni opera, infatti, del Basile, c'è unità stilistica, c'è coerenza di modi, c’è compiutezza espressiva; c'è dunque quella misteriosa seduzione, che prende il nome di arte”.

L’esposizione allestita a Palazzo Ducale, vuole essere un omaggio ad uno dei più grandi artisti del Novecento di Martina, come asserito dall’assessore comunale alle Attività culturali, Antonio Scialpi, presente alla serata inaugurale, del 17 febbraio scorso, alla quale hanno partecipato anche il sindaco Franco Ancora, il critico d’arte e giornalista Vito Cracas, e la scrittrice e docente di Storia dell’arte, Giorgia Lepore. Alla realizzazione della serata inaugurale, coordinata da Carmela Calella, hanno collaborato il Comune di Martina Franca-Assessorato alle attività culturali, il Conservatorio di Musica “Nino Rota” di Monopoli, l’Accademia delle Belle Arti di Lecce e il liceo artistico “Calò” in modo particolare la sezione di Martina , che ha contribuito all’allestimento anche della mostra.


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