SELECT * FROM conf_articoli WHERE non_visualizzare=0 and id=6128 ORDER BY ordine DESC, id DESC

Salgono a 543 le enoteche attive in Puglia

  • In BARI
  • mar 16 Gennaio 2018
Salgono a 543 le enoteche attive in Puglia

Ad affermarlo Coldiretti Puglia dopo una ricerca con la Camera di Commercio di Milano

BARI - Sono in aumento le enoteche in Puglia grazie alla maggior attenzione ma soprattutto con il divulgarsi della cultura del consumo del buon vino, di qualità e di marca. E ciò che inorgoglisce è che le famiglie a tavola preferiscono sempre di più il vino di produzione da azienda vitivinicola di tradizione piuttosto che quella da produzione industriale. A dirlo è Coldiretti che, con la Camera di Commercio di Milano, ha elaborato dei dati a seguito di uno studio. Il risultato consente di affermare, senza ombra di dubbio, che in Puglia si possa parlare di “calici stellari” per il balzo in avanti delle enoteche negli ultimi 5 anni, dal 2012 al 2017, con un aumento dell’11,5% in tutto il territorio pugliese.

Ad oggi in Puglia si contano in totale 543 enoteche attive e la città dove negli ultimi cinque anni se ne sono aperte di più è Lecce con un totale attuale di 124 e 20 nuove attività, seguita da Foggia con un totale di 89 e 17 in più, Bari con 203 (è la città che detiene il maggior numero di enoteche in Puglia) con 12 in più dopo il 2012, e Taranto che ne conta 89 con le 9 aperte negli ultimi cinque anni. Secondo la ricerca la crescita maggiore si registra in provincia di Foggia con un + 23,6%, seguita da Lecce con + 19,2, Taranto con + 12,3% e Bari con + 6,3%. Dato negativo solo in provincia di Brindisi che vede scendere il numero di enoteche da 47 a 45 punti vendita e di degustazione in 5 anni.

“Oltre al balzo in avanti dell’export, trend in continua crescita, si stima che il vino offra durante l’anno straordinarie opportunità di lavoro – dice il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi. Grande exploit della Puglia dei rossi, degli spumanti e dei vini rosati che in 3 anni registrano un balzo record del + 122% (fonte UIV), rappresentando il 40% della produzione nazionale con oltre 1 milione di bottiglie l’anno. In sintesi 1 bottiglia su 4 di rosé ‘Made in Italy’ è pugliese. Sempre i rosati fanno registrare una crescita dei consumi superiore al 13%, in controtendenza rispetto al dato generale, secondo il quale negli ultimi 50 anni il consumo di vino è sceso da 70 litri pro capite all’anno a 36-37 litri e la media continua a scendere dell’1% annuo”.

Nel 2017 si registrano negli acquisti delle famiglie un +5% per i vini Doc, mentre le Igt salgono del 4% e gli spumanti addirittura del 6%. Dopo aver conquistato bar e ristoranti, si registra complessivamente un balzo del 3% anche tra le mura domestiche, con una profonda svolta verso la qualità come dimostra il fatto che a calare sono solo gli acquisti di vini comuni (-4%). Dopo che negli ultimi 30 anni i consumi di vino si sono più che dimezzati toccando il minimo storico dall’unità d’Italia con una stima di 33 litri a persona all’anno, il calo – sottolinea la Coldiretti – si è arrestato.

“E’ il risultato di un mix vincente di fattori – aggiunge Angelo Corsetti, direttore Coldiretti Puglia - che partono dalle potenzialità del terroir e delle varietà autoctone, passando per le capacità imprenditoriali dei vitivinicoltori pugliesi, alla lungimiranza della politica regionale che negli ultimi 10 anni ha indirizzato risorse importanti sugli investimenti in tecnologia e sulla promozione, ma anche grazie a un ponderoso sistema di controlli che il settore si è dato in Italia”.

Ad oggi sono 6 le IGT (Indicazioni Geografiche Protette) ‘Tarantino’, ‘Valle d’Itria’, ‘Salento’, ‘Murgia’, ‘Daunia’, ‘Puglia’ e 29 i vini pugliesi DOC (Denominazione di Origine Controllata) che detengono un valore inestimabile, intrinseco al prodotto agroalimentare ed alla professionalità imprenditoriale, che va salvaguardato a difesa della salute dei consumatori e a caratterizzazione della specificità dei prodotti regionali sul mercato globalizzato. Ed i risultati della scelta di qualità degli imprenditori agricoli pugliesi non hanno tardato a farsi vedere: è aumentata del 37% la produzione DOC e DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita).


Articoli più letti