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- BRINDISI
- dom 16 Aprile 2023
FRANCAVILLA FONTANA -
“Si può fare” non è solo una bella frase. A Francavilla Fontana è il nome di un progetto dedicato all’arte per il recupero di una testimonianza storica e avviato grazie ad una collaborazione tra un gruppo di cittadini riuniti in un comitato, la famiglia nobile storica della città e l’Amministrazione comunale della città brindisina.
Spinti dalla volontà di veder tornare al loro splendore le tele che ritraggono Andrea I e Michele III Imperiali custodite nel Palazzo di Città, alcuni francavillesi hanno avviato un percorso virtuoso in cui sono riusciti a coinvolgere il Comune e a salvare un pezzo importante di storia di Francavilla Fontana.
Tutto ha avuto inizio nel 2019 in occasione del Bilancio Partecipato. In tale occasione un gruppo di cittadini, rappresentato da Giuseppe Leone, candidò un progetto per la valorizzazione dei due grandi ritratti dedicati ad Andrea I, secondo Principe di Francavilla e quinto marchese di Oria, e Michele III, terzo principe di Francavilla e sesto marchese di Oria. La proposta ottenne ampi consensi nella consultazione online, fu successivamente recuperata dal Comitato “Si può fare” riscontrando interesse dell’Amministrazione Comunale e dei discendenti della famiglia Imperiali. Da qui, grazie al grande lavoro di ricerca, supporto e consulenza dei professionisti di “Si può fare”, è stato dato impulso ad una sinergia tra pubblico e privato per la valorizzazione delle due opere, risalenti alla prima metà del ‘700, che rappresentano le uniche testimonianze in Italia dell’antico potere feudale. L’autore è ignoto ma i due quadri sono parte del patrimonio aritistico cittadino. Sono testimonianza del periodo compreso tra il XVI e il XVIII secolo quando governavano gli Imperiali, considerati dagli storici i migliori feudatari e che qui portarono i migliori artisti del barocco. A loro si deve anche il Castello degli Imperiali, oggi sede del Museo Archeologico di Francavilla Fontana (Maff), fatto costruire nel XV secolo, con la caratteristica di essere una fortezza e, nel contempo, palazzo gentilizio. Fu Giovanni Antonio del Balso Orsini a volere la fortificazione periferica del feudo di Oria mentre gli Imperiali la acquistarono nel 1572. Andrea Imperiali visse nel 1600, nella tela è raffigurato in età adulta, vestito secondo la moda spagnoleggiante con giacca rossa e ricami dorati, si trova al centro di una stanza con pavimento a scacchiera ed una fittizia ambientazione esterna. Mentre Michele Imperiali, vissuto nel 1800, dipinto sempre in età adulta indossa una parrucca ed un vestito tipicamente principesco con in mano un foglio a testimonianza del suo impegno istituzionale, qui lo sfondo è appena accennato e anche non ben visibile purtroppo per lo stato attuale dell’opera.
Finalmente a breve i restauri delle due tele avranno inizio. L’intervento, affidato alla restauratrice Rita Cavalieri, è frutto di una inedita collaborazione con i discendenti della famiglia Imperiali che cofinanzieranno il progetto e hanno manifestato per voce dell’avv. Riccardo, del dott. Francesco e dell’Ing. Francesco Imperiali, il loro entusiasmo per questa iniziativa che rappresenta un punto di partenza per la riscoperta dell’eredità culturale e storica della loro famiglia.
Il laboratorio del restaurso è stato allestito nel Castello, chiunque potrà accedervi per porre domande, osservare e scoprire curiosità sulla storia della città.