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Trent’anni di servizio per accogliere chi è ai margini

Trent’anni di servizio per accogliere chi è ai margini

La storia del Centro diurno della Comunità Emmanuel

TARANTO - Dal 1986 l’edificio in via Pupino n. 1, a Taranto, accanto all’Ospedale Militare Marittimo (la cui costruzione risale tra il 1890 e il 1913), non ospita più il carcere militare, bensì - dal 1990 - ha sede il Centro diurno di prima accoglienza “a bassa soglia” della Comunità Emmanuel. Nel pieno centro della città, da oltre trent’anni, è un sicuro riferimento per persone multiproblematiche per dipendenze varie.

Qui vengono creati quei rapporti umani necessari per far integrare o reintegrare tutti coloro che vivono ai margini della società. Lo si fa attraverso l’ascolto, attività ludico-ricreative, laboratori artigianali. Tutto per non fare sentire più soli centinaia di persone che qui arrivano di passaggio o per trovare un punto di incontro, dove si sentono utili, riempiono le giornate sino ad allora vuote e che proprio per questo motivo ricorrono ad altri mezzi deviando le loro vite.

Il cancello azzurro del Centro diurno è aperto per accogliere tutti coloro che vivono il disagio della dipendenza, principalmente tossicodipendenti, ma anche persone che hanno altre dipendenze, come quelle da alcol o da gioco, ma pure tanti extracomunitari e clochard in difficoltà, uomini e donne che qui possono rifocillarsi, lavarsi, avere vestiti puliti e, soprattutto, vengono “ascoltati” ricevendo un po’ di calore umano ed un riparo dall’indifferenza che ogni giorno li circonda. Il Centro è aperto dal lunedì al sabato, mattina e pomeriggio.

Nei primi anni dei 32 vissuti per aiutare chi è ai margini, le attività sono state svolte in maniera autonoma, mentre dal marzo del 2009, nell’ambito di diversi Piani di Zona comunali, varie iniziative sono state rese possibili con una collaborazione - ripartita a regime da un anno - con il Comune di Taranto nell'ambito dei Piani Sociali 2018/2020.

Oggi responsabile della Comunità Emmanuel è Maria Anna Carelli, mentre coordinatrice del servizio è la psicoterapeuta dott.ssa Isabella D'Ambrosio. Scopo principale del centro, come spiegato dalla dott.ssa D’Ambrosio «è accogliere e assistere i tossicodipendenti, ma siamo pronti ad ospitare chiunque si presenti da noi». Nell’ultimo anno, quindi durante la seconda ondata di pandemia, gli “accolti” sono stati 194, compresi i familiari, per un totale di 3.325 presenze, mentre i cosiddetti “passaggi brevi” per usufruire di un servizio di prima necessità sono stati 4.301. Di questi accolti 153 sono stati italiani (121 uomini e 32 donne), 19 stranieri (17 uomini e 2 donne) e 22 sono stati i loro familiari che hanno usufruito del servizio di consulenza e del “gruppo famiglia”.

La presenza media mensile è di circa 60 persone: il 30 % di loro frequenta stabilmente il Centro partecipando alle varie attività ludiche, laboratoriali e psicopedagogiche; gli altri usufruiscono solo dei servizi di primo intervento sociosanitario, compresi quelli relativi a colazione, servizio doccia e fornitura di indumenti puliti e igienizzati.

Per alcuni è l’inizio di un percorso che, grazie al personale specializzato della Comunità Emmanuel e alla collaborazione con Istituzioni, nonché al coinvolgimento dei familiari, può portare a un cambiamento della loro esistenza, tra questi anche un ragazzo che, fino a qualche mese addietro, chiedeva nelle strade di Taranto “cinquanta centesimi” e che oggi è protagonista di un percorso di recupero.

«Durante la pandemia – ha sottolineato Carelli – le persone più svantaggiate hanno risentito maggiormente, rispetto al resto della popolazione, della difficoltà di accesso ai servizi primari sospesi per motivi precauzionali; così negli ultimi due anni sono notevolmente aumentate le loro richieste di servizi di tipo sociosanitario, nonché quelle di accoglienza e di assistenza per una mensa o un posto dove dormire, finanche il ricevere una mascherina, indispensabile per chi vive in strada, che nel primo lockdown per tutti era difficile reperire. Lo scopo finale del centro è farli sentire non più soli, ma utili, riempire una esistenza troppo spesso vuota, riuscendo a far sviluppare in loro una propensione relazionale e creativa spesso sommersa».

Le persone vengono indirizzate al Centro della Comunità Emmanuel dalla Struttura Complessa Ser.D (Servizio Dipendenze) del Dipartimento Dipendenze Patologiche Asl Taranto e dalle altre strutture dei Servizi Sociali del Comune e della Asl, o vi giungono tramite il classico “passa parola”. Al loro arrivo vengono innanzitutto ascoltate attraverso un colloquio informale, e poi iniziano una serie di attività per soddisfare le prime necessità: colazione, igiene personale, indumenti puliti; alcuni vengono poi indirizzati verso altre strutture dei servizi sociali del territorio, mentre gli assuntori di sostanze d’abuso vengono coinvolti in colloqui individuali più approfonditi, in gruppi di auto-aiuto. Quelli più motivati vengono inviati al SerD per un percorso terapeutico anche di tipo residenziale. A tal fine nel Centro diurno di prima di accoglienza “a bassa soglia” della Comunità Emmanuel prestano la loro opera figure professionali altamente specializzate, quali psicologi ed educatori, nonché volontari.

Tra i progetti più recenti realizzati c’è “La bella lavanderina”, una lavanderia sociale per le persone che vivono per strada o che hanno un basso Isee, dove poter lavare e asciugare i propri vestiti e, in caso di necessità, anche stirarli, grazie a due lavatrici, un’asciugatrice e una stireria.


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