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Poliba e Kyma Ambiente insieme per recuperare il 90% delle Raee

Poliba e Kyma Ambiente insieme per recuperare il 90% delle Raee

Progetto finanziato dal Ministero della Transizione Ecologica un progetto in cui collaboreranno insieme

TARANTO - Per due anni il Politecnico di Bari coordinerà un progetto per il recupero, il riciclo e il trattamento dei rifiuti di apparecchi elettrici ed elettronici, a cui parteciperà Kyma Ambiente Amiu di Taranto. E’ infatti stato finanziato dal Ministero della Transizione Ecologica, il progetto di ricerca “Tecnologie combinate per la chiusura del ciclo dei Raee”, il cui responsabile scientifico è il professor Michele Notarnicola, docente al Politecnico di “Gestione dei rifiuti solidi e bonifica dei siti contaminati”.

Scopo del progetto è di recupera materiali Raee fino al 90% avviando concretamente una filiera tecnologica per salvaguardare l’ambiente ed espandere l’economia circolare attraverso il recupero congiunto di materiali ed energia e la riduzione dello smaltimento in discarica.

I rifiuti Raee, come computer ed elettrodomestici, nel 2021 sono stati in Italia meno di mezzo milione di tonnellate (fonte, Rapporto annuale 2021, Centro italiano di Coordinamento Raee) mentre nel mondo oltre 58 milioni (fonte, Global E-Waste Monitor). Purtroppo, su scala globale, stime di crescita annuale vedono per tale tipo di rifiuti aumenti in maniera elevata a danno dell’ambiente. I Raee sono ingombranti e contengono sostanze inquinanti (che possono avere un impatto negativo sull'ambiente) hanno però un aspetto positivo: sono costituiti da materie prime che possono essere riutilizzate e innescare la famosa economia circolare. E' però necessario sottoporre i Raee ad apposite operazioni di trattamento per rimuovere e smaltire in modo sicuro le sostanze inquinanti ed estrarre e riciclare le materie prime.

In Italia, come in altri Paesi industrializzati, lo schema di trattamento tipico per i Raee, quando applicato, consente di ottenere un recupero di materia del 50-60% (fonte, Rapporto annuale 2021 Raee). Le parti maggiormente recuperate sono il ferro, il rame, le plastiche, il vetro e il legno. La ricerca, supportata dalle nuove tecnologie, può innalzare ulteriormente la percentuale di recupero materiali. Per tali ragioni, il Ministero della Transizione Ecologica (MiTe) ha inteso incentivare, anche con appositi bandi, ricerche e progetti atti a favorire una sempre più significativa economia circolare.

Ed è proprio per il Bando per il cofinanziamento di progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo di nuove tecnologie per il recupero, il riciclaggio ed il trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) che è stata presentata la ricerca del Poliba in collaborazione con Kyma Amiu Taranto. Il progetto mira a verificare la fattibilità tecnica, economica ed ambientale di un nuovo schema di trattamento dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (Raee), con particolare riferimento a quelli del raggruppamento R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni a microonde, ecc.), maggiormente presente E la cui incidenza negli ultimi anni risulta in continua crescita.

Attualmente, i Raee vengono recuperati attraverso operazioni di smontaggio e di recupero di materia e bonifica dei composti/sostanze pericolose, quali triturazione, separazione dei metalli ferrosi e non ferrosi, separazione manuale di altri materiali e smaltimento in discarica delle frazioni non recuperabili. Al fine di incrementare la percentuale dei materiali recuperati, favorire il recupero di specifici materiali (in primis, alluminio e rame e diverse tipologie di polimeri) e ridurre lo smaltimento delle frazioni non recuperabili in discarica, la ricerca si propone di investigare un nuovo schema di trattamento che, in alternativa allo schema convenzionalmente adottato, preveda: separazione dell’alluminio e del rame mediante tavola densimetrica; macinazione delle plastiche in mulini al alta energia; separazione tribo-elettrostatica delle plastiche finalizzata all’ottenimento di polimeri (ad es. polipropilene, polistirene) di elevata purezza e caratteristiche pari a quelle dei polimeri vergini; pirolisi delle frazioni di Raee non altrimenti recuperabili, con conseguente caratterizzazione dei prodotti della pirolisi (char, olii pirolitici e gas) e dealogenazione degli olii pirolitici.

L’attività di ricerca, di tipo sperimentale, sarà organizzata in differenti interventi per una durata complessiva di 24 mesi, prevedendo il coinvolgimento, quale partner industriale, di Kyma Ambiente Amiu Taranto Spa, società preposta alla gestione dei rifiuti urbani (tra cui i Raee) nella città di Taranto. I risultati ottenuti saranno utilizzati per valutare criticità e punti di forza, utili a Kyma Ambiente e proporre, su scala nazionale, un nuovo modello di gestione dei Raee.

Per tali attività Poliba e Kyma Ambiente metteranno a disposizione le proprie strutture di ricerca. In particolare, il Politecnico, svilupperà i suoi studi sperimentali grazie al moderno Laboratorio di Tecnologie Ambientali (Lta) presente nella sede di Taranto. Prima di avviare il progetto è stata costituita una Ats (associazione temporanea di scopo) tra il Poliba e Kyma Ambiente in cui sono stati stabiliti condizioni, tempi, impegni delle parti. Il costo totale del progetto ammonta a 341.016,70 euro. Come da bando, il Ministero MiTe ha finanziato il Poliba con il 49,7% dell'intero importo (169.572,00 euro). La restante parte (50,3%) è stata ripartita tra il Poliba (78%) e Kyma Ambiente (22%).


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