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Il 2020 sarà l’annata del vino pugliese di qualità

  • In BARI
  • ven 04 Settembre 2020
Il 2020 sarà l’annata del vino pugliese di qualità

Il calo dei raccolti in Salento compensato dall’aumento dalle produzioni nelle province di Foggia, Bari e Bat

BARI - Da fine agosto è iniziata la raccolta dei grappoli di uve di Negroamaro che serviranno per produrre le basi spumante della vendemmia 2020. La stima per questa stagione è di circa 10 milioni di ettolitri, con qualità eccellente e quantità leggermente inferiore di circa il 5% rispetto all’anno scorso. Lo rende noto Coldiretti Puglia, in occasione dei primi grappoli d’uva raccolti a Guagnano in provincia di Lecce nell’azienda vitivinicola Cantele.

“A dispetto del clima impazzito dei mesi scorsi e facendo i debiti scongiuri rispetto all’andamento climatico delle prossime settimane, le previsioni della vendemmia 2020 sono ottime, con una produzione nella norma e qualità straordinaria - commenta il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia - Nutriamo forti aspettative, considerato che la Puglia da gennaio a marzo 2020 segnava un aumento dell’esportazioni del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo i dati Istat. Va recuperato il terreno perso durante il lungo periodo di chiusura, promuovendo le 27 doc, 4 docg e 6 igp denominazioni di vino Made in Italy che la Puglia offre”.

replique montre La mappa provincia per provincia conferma l’annata vendemmiale positiva, con una produzione in calo nelle province di Brindisi, Lecce e Taranto per l’andamento climatico anomalo, stima Coldiretti Puglia, compensato dall’aumento delle produzioni nelle province di Foggia, Bari e Bat rispetto allo scorso anno.

“Il clima anomalo dei mesi scorsi ha determinato in alcuni areali un germogliamento meno vigoroso in Salento, a questo è dovuto il calo delle quantità - spiega Gianni Cantele, responsabile del settore vinicolo di Coldiretti Puglia- Il mercato è frizzante con prezzi buoni grazie alla volata tirata soprattutto dal Primitivo che sta tenendo alte le quotazioni delle uve pugliesi”.

A spingere il successo del vino italiano sono proprio le etichette che occupano i primi dieci posti della bottiglie che hanno fatto registrare il maggior incremento dei consumi in valore, con 2 vini pugliesi nelle prime 4 posizioni. Nel tempo della globalizzazione, gli italiani bevono “made in Italy” come dimostra il fatto che al secondo posto c’è il Primitivo pugliese (+21%) e al quarto posto il Negroamaro pugliese con un aumento del 15%.

“La riapertura di ristoranti, trattorie, osterie, agriturismi, cantine e bar e la ripresa delle esportazioni – aggiunge Cantele - hanno riattivato gli sbocchi di vendita del vino pugliese che nel canale Ho.Re.Ca., nell’enoturismo e nell’export vale oltre 1 miliardo di euro l’anno, a regime”. La Puglia è una delle 5 regioni dove si registra un incremento sensibile delle performance delle Indicazioni Geografiche del vino, pari a 142milioni di euro, con la provincia di Taranto che aveva tirato  la volata - fino al periodo pre-covid - con 42 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente.

Ai tempi del Covid è cresciuto tra i millenials il consumo di vino del 18% e del 25% di vino mixato con altre bevande e nella Fase 3 – rivela Coldiretti Puglia - il 12% dei giovani dichiara di consumare più vino, grazie alla scoperta di prodotti d’eccellenza durante il lungo lockdown.

Innumerevoli le opportunità di lavoro per chi è impegnato direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi, dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione.

La vendemmia 2020 è influenzata anche dalle misure di sicurezza anti contagio e dalle difficoltà di spostamento degli stagionali agricoli stranieri che – spiega la Coldiretti – in passato contribuivano in modo significativo alla raccolta delle uve.

Il successo dei vini di Puglia è il risultato di un mix vincente di fattori che partono dalle potenzialità del terroir e delle varietà autoctone, passando per le capacità imprenditoriali dei vitivinicoltori pugliesi che hanno portato al boom dei rosati pugliesi, che con un balzo del 17% risultano i più venduti, al secondo posto della classifica di gradimento, seguono solo i rosè della Provenza. La Puglia si sta imponendo anche con gli spumanti, dove grande è la capacità di innovazione dei produttori pugliesi che hanno puntato, soprattutto, sulla distintività e sul legame con il territorio e la cultura locale per vincere la competizione sul mercato globale, facendo concorrenza a territori storicamente imbattibili. La popolarità a internazionale di eccellenze varietali uniche quali Primitivo, Negroamaro, Susumaniello e Nero di Troia, con il successo di vini dop quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, per citarne solo alcuni, hanno fatto del settore vitivinicolo pugliese il riferimento per vocazione, capacità di raccontare e promuovere al meglio il territorio, innovazione e grande propensione all’internazionalizzazione.

Grande exploit della Puglia dei rossi, degli spumanti e dei vini rosati che in 3 anni registrano un balzo record del +122%, rappresentando il 40% della produzione nazionale totale dei rosati con oltre 1 milione di bottiglie l’anno. In sintesi quasi 2 bottiglie su 4 di rosé ‘Made in Italy’ è pugliese e sempre i rosati fanno registrare una crescita dei consumi superiore al 13%, registra Coldiretti Puglia.

Grande successo anche del biologico, conclude Coldiretti Puglia, dove 1 ettaro su 8 di vigneto è biologico in Puglia, la seconda regione italiana con 10900 ettari nel segmento del vino bio, con una spiccata attenzione anche all’ambiente, testimoniato dall’utilizzo del ‘tappo bio’, la chiusura innovativa “carbon neutral”, riciclabile al 100% e realizzata con materiali rinnovabili d'origine vegetale.


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