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Verso il restauro l’opera Vergine Addolorata di Giaquinto

  • In LECCE
  • mar 01 Settembre 2020
Verso il restauro l’opera Vergine Addolorata di Giaquinto

Da tempo l’associazione Dimore Storiche Neretine è impegnata in una raccolta fondi per il restauro

NARDO' - La Vergine Addolorata, attribuita al pittore molfettese Corrado Giaquinto, custodita nel monastero di Santa Chiara a Nardò, potrà essere presto restaurata. L’obiettivo della raccolta fondi, necessaria ad effettuare il restauro, non è ancora stato raggiunto ma l’impegno dell’associazione Dimore Storiche Neretine, fa ben sperare.

L’associazione da tempo è impegnata nel recupero della tela del XVIII secolo raffigurante la Vergine Addolorata che, custodita nel monastero di Santa Chiara, da esperti, basandosi sulle analisi stilistiche, hanno attribuito quale autore Corrado Giaquinto. Per questo motivo, nella giornata del 29 agosto l’associazione ha organizzato un concerto dal titolo “La senti questa voce”, patrocinato dal Comune di Nardò, nella villa comunale con due artiste d’eccezione, Carolina Bubbico e Cristiana Verardo. Un evento di spessore dal punto di vista musicale e riuscito sul piano organizzativo, anche perché ha consentito di raccogliere oltre 700 euro per le spese di recupero del dipinto. L’obiettivo dell’associazione, guidata dal presidente Gabriele Pellegrino, è quello di recuperare l’opera e renderla fruibile attraverso le visite guidate all’interno del monastero. Peraltro, il recupero della tela, già autorizzato dalla Soprintendenza e affidato alla ditta Cnido s.n.c (specializzata nel restauro e nella conservazione dei beni culturali), rientra in un progetto più ampio che riguarda la valorizzazione e soprattutto la fruizione di altre opere che oggi sono custodite all’interno del monastero e sono a rischio degrado.

La tela della Vergine Addolorata è collocata nel corridoio di accesso al coro superiore della Chiesa ed è oggetto di venerazione durante i riti della Settimana Santa. Risulta inedita e non documentata tra le fonti scritte del monastero. La Madonna è ritratta a mezzo busto e ha il volto rivolto al cielo in cui traspare il suo composto dolore. Riconoscibili sono gli attribuiti iconografici: la spada che trafigge il cuore e la corona di spine grondante del sangue di Cristo. L’attenta osservazione dei passaggi chiaroscurali e dei dettagli anatomici del volto e delle mani rivela l’alta qualità pittorica del dipinto. L’analisi stilistica e iconografica rimanda alle opere di Corrado Giaquinto, tra i maggiori protagonisti della pittura del Settecento europeo ed esponente di spicco del rococò romano. Le sue opere oggi arricchiscono i più importanti musei del mondo: dal Louvre alla National Gallery di Londra, dal Prado al Metropolitan Museum di New York, dagli Uffizi al Museo di Capodimonte e alla Reggia di Caserta. In Puglia vari suoi dipinti sono confluiti nella Pinacoteca Provinciale di Bari a lui dedicata e nel Museo Provinciale “Sigismondo Castromediano” di Lecce, mentre un cospicuo numero di sue tele si conserva nella sua città natale, Molfetta.

Non si esclude che nel corso del restauro si potrebbe confermare l’attribuzione a Giaquinto. Se tale conferma arrivasse, il pregevole dipinto andrà ad arricchire ulteriormente il patrimonio pittorico del complesso monastico che annovera già importanti opere di illustri pittori sei-settecenteschi, come Pietro Lucatelli, Andrea Miglionico e Leonardo Antonio Olivieri.

Si tratta, dunque, di un’opera preziosissima dal punto di vista artistico, anche per l’attribuzione a Giaquinto. Per questo motivo l’Amministrazione comunale di Nardò ha patrocinato l’evento ed intende affiancare in questo percorso l’associazione Dimore Storiche Neretine, con la quale ha già condiviso diversi progetti di promozione del patrimonio storico e architettonico della città, a cominciare dall’evento “Corti Aperte”.


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