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Riapre il Museo del Territorio ‘Ugo Granafei’

Riapre il Museo del Territorio ‘Ugo Granafei’
MESAGNE Il cavallino simbolo del Museo

Previste visite ed entrate su prenotazione a partire dal 1° luglio

MESAGNE - Il Museo del Territorio “Ugo Granafei” di Mesagne, ospitato nel Castello comunale, riapre al pubblico dal 1° luglio 2020 dopo il lockdown per la pandemia da coronavirus. Il contenitore culturale è ricco di reperti archeologici provenienti dal territorio di Mesagne e altre zone della Puglia.

In particolare custodisce reperti di età pre-romana e romana emersi durante il ritrovamento di necropoli, in vari quartieri della città e fuori dell’abitato, tanto che la Soprintendenza Archeologica della Puglia ha avviato indagini che hanno portato alla conoscenza degli importanti siti extra-urbani di Muro Maurizio, Malvindi e Muro Tenente. Scavi che hanno confermato la presenza dei Messapi che qui hanno costituito la loro ‘terra di mezzo’ (termine da cui deriverebbe il nome della città di Mesagne) tra Brindisi e Oria.

A partire dal 1970, nel Museo sono confluiti materiali provenienti da tombe pertinenti ad un arco cronologico compreso tra il VI ed il II secolo a.C., ma non mancano reperti di altre epoche. Si tratta per lo più di ceramiche della cultura messapica, di prodotti importati dal mondo greco, di vasellame che riproduce nella forma e decorazione, le produzioni greche, non mancano, anche se in quantità inferiore, oggetti in metallo come fibbie e monete.

Al piano terra del Castello si trova la costruzione di una tomba a semicamera, mentre sono in tutto sei le sale dove son esposti i reperti vari e persino il mosaico recuperato dall’impianto termale di Malvindi. Tra gli oggetti significativi spiccano le trozzelle del V secolo avanti Cristo. Si tratta di contenitori per l’acqua caratteristico della civiltà messapica, piccole anfore dal corpo panciuto, deve il suo nome alle quattro coppie di rotelle (trozze, da cui il nome) alle estremità dei manici, decorate con motivi geometrici, vegetali e, più raramente, con figure.

Non mancano piccoli oggetti in terracotta a forma di animali, utilizzati pure come sonagli: sono giocattoli e giochi usati in età messapica e romana. Tra questi, degno di nota è un esemplare a forma di cavalluccio attribuibile al V secolo avanti Cristo, facente parte della Collezione “Ugo Granafei” e diventato simbolo del Museo di Mesagne. Vi sono pure astragali, ossicini di capra, montone e agnello, utilizzati da bambini e adolescenti per un gioco di abilità molto comune, oppure dagli adulti come dadi per il gioco d’azzardo.

Un trappeto di pietra e il pavimento del tepidarium dell’impianto termale di Malvindi sono poi delle eccezioni che consentono di capire come erano costituite le abitazioni. Un mosaico ricavato dalla combinazione di tessere in pietra calcarea bianca e poche tessere in pietra nera, reca al centro una lastra di marmo bianco con venature in grigio. Qui è possibile anche vedere le foto dei quattro ambienti ritrovati alle terme: il calidarium, una sala, dove si facevano bagni caldi, riscaldata attraverso un sistema che faceva salire il calore da un impianto posto sotto il pavimento; il tepidarium, una sala riscaldata che costituiva il passaggio intermedio tra bagno caldo e bagno freddo, e il frigidarium, dove si prendeva il bagno freddo, in cui sono stati rinvenuti i resti di una vasca. Un altro vano, utilizzato prima come ambiente riscaldato, venne successivamente destinato ad ambiente di servizio.

Oltre 360 sono invece le monete (del VII secolo a. C.) tra magnogreche in argento, coniate dalle zecche di Taranto, Eraclea, Metaponto, Thuri, Sibari; monete romane, dagli assi in bronzo di età repubblicana alle monete dell’impero; monete in bronzo coniate dalla zecca di Brindisi, colonia fondata dai romani nel 244 a. C. nel territorio conquistato ai Messapi, e monete medievali. Il Museo dispone pure di una ricca sezione epigrafica (VIII secolo a.C.) si tratta per lo più di lapidi funerarie, lastre di forma rettangolare a forma di edicola e piccoli altari, che recano incisi i dati delle persone defunte.

I visitatori potranno accedere alle sale del Museo su prenotazione, osservando i protocolli di sicurezza in tutti gli spazi e rispettando i percorsi come segnalati ed indicati dal personale addetto alla custodia al fine di garantire il rispetto delle regole di distanziamento sociale.

Fino al prossimo 20 settembre, sarà previsto il seguente orario di apertura: dal martedì al sabato la mattina dalle ore 10 alle 13; il pomeriggio dalle ore 17.30 alle ore 21.30; la domenica e nei giorni festivi dalle ore 17.30 alle ore 21.30. La durata complessiva della visita, anche se guidata, sarà di 60 minuti per consentire il maggior numero possibile di accessi. Anche i gruppi di visita organizzati a qualsiasi titolo da soggetti esterni e guide turistiche accreditate potranno accedere su prenotazione e con numeri contingentati (sarà necessario prendere contatto con l’ufficio Cultura anche per acquisire visione preventiva dei percorsi di visita). L’accesso è consentito tramite biglietto, intero 3 euro, ridotto 2 euro. Durante lo svolgimento di manifestazioni all’interno del Castello non sarà possibile effettuare visite al Museo.

Per informazioni e prenotazioni è possibile inviare una email a cultura@comune.mesagne.br.it o telefonare al numero 342.5886581 (dal lunedì al venerdì ore 9-13 e 16.30-18.30, sabato ore 10-12).


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